Il ricordo della nipote Ludovica
È stato per me, e sempre lo sarà, un punto fermo, un pilastro di vita
“Mortali siamo, dunque appassionati viviamo”.
Secondo la filosofia classica il contrario della vita non è la morte, bensì la non vita e se c’è una cosa che posso dire di mio nonno è proprio che ha Vissuto.
Ho conosciuto il nonno che era già un uomo risolto: aveva cresciuto tre figli e si era preso cura della sua famiglia. Così ha fatto anche con i suoi nipoti. È stato per me, e sempre lo sarà, un punto fermo, una stella polare, un pilastro di vita e un insegnamento continuo attraverso l’esempio. Di fronte a me non ha mai mostrato alcuna debolezza, eppure ho imparato che tutti siamo pieni di debolezze.
La forza che ho visto in lui, la riservatezza, la risolutezza, l’impegno, il senso del dovere (forse anche troppo), la taciturna presenza… mi hanno insegnato ad osservare in silenzio la vita e l’amore in un modo totalmente diverso da ciò che mi appartiene per natura.
Negli ultimi tempi ho visto in lui un attaccamento alla vita e agli affetti che è difficile trovare tra le persone nella società di oggi. Seppur accettando con umiltà e fede il dolore e la malattia, non ha mai gettato la spugna preoccupandosi di non perdere la sua dignità di padre e di uomo anche davanti alla morte.
Posso dire di aver visto e vissuto l’amore e la vita attraverso mio nonno. Posso anche e soprattutto ringraziare lui e la nonna per aver superato difficoltà che non conosco, ma immagino, ed aver creato una famiglia unita anche nel dolore più profondo, della quale fortunatamente faccio parte.
Ed ora, nel dolore immenso della perdita, a noi la scelta: dichiararci morti prima del tempo, oppure rintracciare in lui, che ci mancherà per sempre, il fine supremo del nostro essere, il nostro resistere al mondo.
La dignità di assolvere ogni nostro giorno anche e soprattutto, in nome di chi se ne è andato e non tornerà più.
Eppure c’è, perché c’è stato.
Memento.
Ricordo di natura morta, oppure Vita ferma anche se interrotta.
Ciao Nonno
Tua, Ludovica