La colleganza che unisce

Il contrappello

Nell’articolo di Avvenire pubblicato mercoledì ho parlato della “colleganza”, una parola che mi ha scritto Sabrina, che gestisce col marito una gelateria a Lainate, ma che del suo passato lavoro – psicologa – ha recuperato dal Codice Deontologico degli psicologi proprio la colleganza, l’alleanza tra colleghi.

“Si può essere concorrenti, ma l’etica della lealtà e del rispetto per la professione non devono mai mancare”. Colleganza significa essere capaci senza sminuire il lavoro altrui, essere consapevoli dei propri limiti e apprezzare l’ingegno di chi ha pensato qualcosa a cui noi non avremmo mai pensato. Un esempio di ciò ci arriva dalla stampa francese, che descrive la cucina italiana “il grande successo”, perché la nostra è una cucina conviviale, capace di far dialogare tra loro le culture culinarie. La colleganza sarebbe auspicabile anche in politica, persino all’interno dei partiti, dove si assiste a una disgregazione delle forze che non porterà a nulla di buono. I Grandi d’Europa dovrebbero ispirarsi alla colleganza, mettendo a fuoco i punti di forza e di debolezza di quello che necessariamente va visto come un unico insieme.

Paolo Massobrio

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