«Donna, ecco tuo figlio!» Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!»
Dal Vangelo secondo Giovanni* (leggi la versione completa cliccando qui)
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.
Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito.
(Qui si genuflette e di fa una breve pausa)
Era il giorno della Parascève e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: «Non gli sarà spezzato alcun osso». E un altro passo della Scrittura dice ancora: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto».
Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatèa, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù.
Gv 19,25-38
Celebrazione in Passione Domini
Venerdì 10 aprile celebrata dal nostro vescovo monsignor Guido Gallese alle ore 15 dalla Cattedrale trasmessa in diretta sul canale YouTube “Diocesi di Alessandria” su Radio Voce Spazio sui 93.800 FM su Radio Gold TV canale 654 del digitale terrestre
I consigli di don Mario Bianchi
parroco a S. Dalmazio di Quargnento e a S. Perpetuo di Solero
«Venerdì è il giorno in cui la Chiesa fa memoria della morte del Signore. Mi viene in mente come il Suo mistero si affianca all’esperienza di tanti fratelli. Ricordo la morte di un bravo sacerdote di Piacenza, don Paolo Camminati, vittima del coronavirus a soli 53 anni. Testimonianza toccante di come un cristiano e un prete vive il suo Venerdì Santo unito a Cristo. L’ultimo messaggio del sacerdote alla sorella Elena è stato: “Mi affido al Signore, ma ho paura”. E ancora: “Non siamo fatti per stare in una tomba, siamo fatti per altro, siamo fatti per oltre”. Un annuncio che lui ha vissuto in prima persona, un messaggio che fa entrare nel dramma del Venerdì Santo, con la certezza della Domenica».
Don Mario, come ha vissuto questa Quaresima in quarantena?
«Ho vissuto all’insegna di tre C: casa, chiesa e cimitero. “C” come “casa” per seguire le norme vigenti, casa che è stato un luogo di lettura e formazione, di parecchi contatti e relazioni con la comunità attraverso chiamate video, audio e messaggi. “C” come “Chiesa”: nei due paesi è stata sempre aperta, tutte le mattine, rispettando le norme. Lì c’era l’incontro con il Signore nella Liturgia delle Ore e nella celebrazione dell’Eucaristia, a porte chiuse. Non è mancato l’affidamento ai Patroni: la Vergine del S. Rosario e San Perpetuo. Ho anche confessato. E poi “C” come “Cimitero”: ho vissuto alcune celebrazioni esequiali, qualche persone era vittima di coronavirus. Tanta tristezza per la mancanza dei familiari in quarantena. Anche da solo, insieme al personale delle imprese funebri, in alcuni casi hanno fatto il video per i parenti assenti), è stato un momento di vicinanza alla famiglia a nome della Chiesa e un modo per lenire il dolore e annunciare la promessa di vita, che attraversa le tenebre del momento presente».
In che modo si è organizzato per restare in contatto con i suoi parrocchiani?
«Grazie ad alcuni collaboratori fin da domenica 8 marzo ho celebrato, a porte chiuse, trasmettendo con il cellulare in diretta sul gruppo Facebook delle comunità di Solero e Quargnento. Continuo tutt’ora e circa 40 persone ogni giorno seguono l’Eucaristia. Un centinaio alla domenica, dove molto toccante è la Benedizione Eucaristica al termine, che rivolgo alla comunità uscendo sul sagrato al suono delle campane del mezzogiorno. Poi le Lodi al mattino, la Via Crucis al venerdì, il Rosario, l’Adorazione. Ci sono le telefonate agli anziani, che seguono con gran frutto Tv2000. Simpatiche le videochiamate con i collaboratori e con gli ospiti delle tre Case di Riposo, raggiunti grazie al personale. Poi i gruppi Whattsapp per inviare video catechesi “fatte in casa”, sussidi per la preghiera in famiglia, e le informazioni. Circa 500 persone raggiunte, oltre ai contatti già avviati con i gruppi dell’Iniziazione Cristiana nei quali le catechiste offrono audio e materiale. Ho anche chiesto a tutte le famiglie di ricavare un angolo di preghiera nelle proprie case, con i simboli del cammino quaresimale. Il Coro ha realizzato anche l’esecuzione di un canto, le cui voci singole sono state unite e mixate. Poi la raccolta dei viveri per le famiglie in difficoltà… insomma, la comunità è viva e non c’è da annoiarsi!».
Alessandro Venticinque