“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
La storia dell’Alessandria Calcio è veramente tortuosa e incredibile, con ben poche certezze, tra cui quella che i dolori sono sempre stati ampiamente superiori alle gioie (circostanza questa idonea a tributare ancor più peso specifico e valore affettivo alla qualità dei sostenitori che hanno tenuto per decenni).
Quest’anno, però, c’è una novità in più: quella di un campionato finito anzitempo nella sua regular season e alle prese con l’inaspettata lotteria dei playoff che fatto ancor più inedito nel nostro calcio, avranno la formula di una competizione alla quale si può anche decidere di non partecipare senza incorrere in alcun tipo di penalizzazione. Così i Grigi, in un contesto di questo genere al termine di una stagione iniziata e condotta senza infamia né lode, potrebbero giocarsi inaspettate carte: già, perché le defezioni di alcune dirette, possibili o reali antagoniste (come Arezzo, Pro Patria e Pontedera), consentirebbe ai nostri di poter saltare il primo turno e di andare incontro a una fase probabilmente meno ostica delle aspettative.
A tutto ciò deve poi aggiungersi un’altra considerazione: io non conosco il valore esatto di Reggiana e Bari (in foto, nell’esultanza, qui sopra) in questo campionato ma posso dire che, per quanto concerne il girone dell’Alessandria (fatta eccezione per il solo Monza che già ha entrambi i piedi in Serie B), nessuna delle formazioni di punta, dunque di quelle candidate agli spareggi finali, ha dimostrato, sul campo, di essere inarrivabile per gli orsacchiotti che hanno dunque possibilità, non foss’altro per averlo già dimostrato, di prevalere.
Sia ben chiaro, possibilità non significa certezza e ogni partita dovrà essere sudata dal primo al novantesimo ma penso ci siano tutte le carte in regola per poter seguire con molta attenzione quello che accadrà in campo. Quanto poi alle blasonatissime compagini del Mezzogiorno mi limito a ricordare come la storia recente, e anche meno, della Serie C abbia dimostrato che il palmares conta poco e che, assai spesso, anche le predette asseritamente famigerate squadre del Sud, pronte a giocare con il coltello tra i denti al cospetto di migliaia di spettatori inferociti, quasi fossero titani insormontabili, molto spesso le hanno prese.