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«Questo è un cammino profondamente spirituale»

Speciale Settimana sociale/1: parla monsignor Gallese

Eccellenza, parliamo della Settimane Sociali a cui lei ha partecipato, accompagnato da altri ragazzi della Diocesi. Sembra, da quello che si legge, che non sia stato il solito convegno…

«A me è sembrata decisamente produttiva, e ho proprio avvertito un’insolita sintonia all’interno della Chiesa. Mi è sembrato che anche le solite contrapposizioni, tra le varie fazioni, che spesso ci sono in queste occasioni, siano state accantonate».

Si sta aprendo in maniera diversa un tema nuovo. Lei cosa ne pensa?

«I giovani hanno dato uno scossone sul tema ecologico. Uno scossone ben fondato. Stiamo portato avanti una società sconsiderata, da tanti punti di vista. Soprattutto riguardo alla sostenibilità di questo mondo che stiamo spremendo come un limone, e poi quando berremo il succo avremo solo l’aroma aspro, senza il gusto di berci una limonata. Forse stiamo prendendo veramente coscienza che c’è una drammatica urgenza di mettere il mondo in carreggiata, e che in fondo vivere in modo diverso, più intelligente e più rispettoso dell’ambiente in cui viviamo, si può. È stato bello anche se impegnativo dal punto di vista degli orari. Scherzando dicevo che è un convegno poco sostenibile, fisicamente. Con questi ritmi di lavoro, veramente esagerati, non è il pianeta che vogliamo (sorride). Abbiamo il solito problema di voler far tutto in poco tempo. Però è stato moto interessante, godibile, e con delle prospettive belle. Per esempio, mi ha colpito molto la visita che abbiamo fatto in un’azienda che fa il compost dai rifiuti organici. Vedere questo ciclo, dai nostri rifiuti organici che ricicliamo poi finisce in compost che serve per fertilizzare la terra, ha una sua bellezza».

Ecco, ma come colleghiamo il tema dell’ecologia con Gesù Cristo? Quale salto occorre fare?

«Durante un incontro il professor Gaël Giraud, economista gesuita, ha fatto una riflessione chiedendosi se la Bibbia fosse ecologica. Perché l’uomo è stato messo per domandare sul Creato, e proprio dominare deriva da “dominus”, ovvero il Signore. Quindi, la signoria dell’uomo sul Creato è come quella di Dio, non è lo sfruttamento. In realtà, questo, è un cammino profondamente spirituale: perché l’uomo senza Gesù Cristo usa dei beni per sé, ma è l’uomo con Cristo che fa della sua vita un dono per gli altri. E con gli altri pensiamo alle generazioni che verranno. Non con un atteggiamento egoistico per accaparrare, sfruttare e spremere il Creato, non lasciando niente a chi viene, ma con un comportamento che dev’essere frutto di una spiritualità. Per noi l’ecologia non è una questione di pura giustizia, ma è una questione d’amore, un donare agli altri. Questo vuol dire anche fare delle rinunce, in amore funziona così. Quando si hanno dei figli, per esempio, riversi su di loro il tuo amore e fai delle rinunce, concretamente, che ti pesano fino a un certo punto, a seconda di quanto li ami. Se non li ami ti pesano molto, se li ami ti pesano poco. Ma il segreto è l’amore, che è stato infuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato, dono di Cristo e del Padre. L’ecologia è la cartina tornasole del vero comportamento dell’uomo, al di là delle parole. Perché possiamo definirlo come un terreno ancora “vergine”, che ci fa vedere lo stato in cui siamo, l’atteggiamento che abbiamo avuto fino ad adesso nei confronti del mondo circostante. Prima c’era una ragione, ovvero che l’incidenza dell’uomo sul Creato era veramente trascurabile, e comunque tutto era riciclabile. Adesso, che è poco tempo che produciamo materiale non riciclabile, e ne abbiamo prodotto una quantità allucinante e in modo sconsiderato, si è cominciato a vedere che il nostro impatto sul pianeta non è trascurabile. Abbiamo cominciato a creare ad arbitrio, questo è il problema. Invece, l’atteggiamento del Padre è diverso: un Dio che si fa uomo per riscattare l’uomo dal male, un Dio che viene a cercare l’uomo e se lo mette sulle spalle come una pecorella smarrita. Questo prendere sulle spalle la Croce è prendere sulle spalle anche l’umanità intera. Beh, questo stile è completamente diverso dalla Creazione ad arbitrio: è un prendersi cura. Dio che ha creato il mondo, per poi prendersene cura. La Creazione che ha come prosecuzione la cura. Noi, invece, pensiamo di poter creare liberamente, senza la preoccupazione di prendercene cura».

Andrea Antonuccio

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