Cuore Immacolato di Maria
«La notte è un luogo esistenziale magico», così don Giuseppe. «Ecco perché la vigilia della Solennità dell’Immacolata abbiamo proposto una Veglia di Adorazione notturna. La Veglia era aperta a tutti con la presenza degli adulti, ma a turnarsi sono stati i giovani, che di volta in volta si svegliavano per una mezz’oretta di Adorazione e preghiera. La magia della notte e la possibilità di dormire in canonica hanno aiutato i giovani a stare nel silenzio con Cristo, nuova esperienza per molti di loro. La mattina abbiamo recitato le Lodi e partecipato alla Benedizione Eucaristica, seguite da un’ottima colazione. Undici ore di preghiera: una bella esperienza con i ragazzi». Tra gli animatori che hanno partecipato, Matteo Rabbia (18 anni compiuti da pochi giorni, auguri!) era il più “anziano”.
Matteo, mi spieghi come si è svolta la preghiera notturna?
«Ai Vespri, la chiesa era quasi piena. Dopo, noi giovani siamo andati a riposare, fino al nostro turno di Adorazione, per la quale è arrivata gente fino a mezzanotte. Dopo, invece, qualcuno magari passava lì davanti e si fermava, ma in generale si sono viste poche persone».
Quindi nei vostri turni di preghiera eravate quasi in solitudine in chiesa?
«Sì, don Giuseppe ha pensato che stando da soli ci si poteva concentrare meglio sulla preghiera. Alle 8 abbiamo recitato le lodi tutti insieme, sono arrivati anche alcuni catechisti e altri parrocchiani».
Non è stata la tua prima Veglia di preghiera, vero?
«Esatto, per me non è stata la prima: ne avevo fatta una con il Vescovo e una con don Giuseppe Bodrati. L’organizzazione è stata diversa però, perché ore l’accento era sulla preghiera personale. Avevo anche il compito di controllare che ogni volta finito un turno un altro animatore arrivasse: per questo ho dormito pochissimo».
Sara Bonomo, 14 anni, era invece tra i più giovani a partecipare.
Sara, per te era la prima Adorazione notturna?
«Sì, e posso dire che è un’esperienza da provare, stando in silenzio, da solo, puoi pensare e hai tempo per meditare con te stesso. C’è stata comunque anche condivisione, non solo preghiera solitaria: per esempio abbiamo recitato le Lodi e fatto colazione insieme. Ripeterei l’esperienza».
Come vi siete organizzati con i turni?
«Dovevamo fare ognuno due turni, poi se volevamo potevamo farne altri. Quello che finiva svegliava quello dopo; Matteo controllava che i turni fossero rispettati. Io ho svolto due turni: alle due e poi alle sei. Ho dormito un paio d’ore, dalle tre in poi».
Quest’esperienza può aver rappresentato un punto di svolta per la tua fede?
«Sì, perché può essere un approccio nuovo. L’Adorazione notturna spezza la monotonia data dall’abitudine di andare a Messa tutte le domeniche. Vedi la fede diversamente dal solito».
Marco Lovisolo