Centro italiano femminile
È ancora viva l’eco della “Giornata per la vita“, celebrata domenica 6 febbraio con il suo seguito di suggestioni, di riflessioni, di interrogativi. Vita desiderata e accolta o vita impedita di nascere, vita vissuta o vita troncata deliberatamente prima della sua fine naturale, accettata in tutte le sue occasioni o sciupata all’inseguimento di obiettivi spesso ingannevoli, apprezzata nella bellezza di ogni stagione o deprecata per aridità spirituale, arricchita dalla dedizione al prossimo o inaridita dall’egoismo.
Quante cose è la vita, tutto a “lei” si riconduce, al mistero dell’origine. In sintesi, la vita è anzitutto un dono, il più prezioso. La consapevolezza di questa verità conduce al contenuto del messaggio della Cei in occasione dell’ultima celebrazione “Custodire ogni vita“. Molti nemici ha la vita: la guerra, la violenza, l’ingiustizia, il sopruso, le persecuzioni, retaggi culturali opprimenti.
Al contrario, a beneficio della vita sono la gioia dell’accoglienza, la costanza della fiducia anche nei momenti difficili che tutti sperimentiamo, anche nella malattia che, quando è particolarmente severa, richiede di raccogliere tutte le nostre forze per lottare. Se le forze umane diventano insufficienti a sopportare sofferenze insostenibili, l’aiuto arriva dal conforto di coloro che si dedicano alla vicinanza e dall’intervento dei rimedi offerti dalla scienza medica.
Il tema del fine-vita è particolarmente doloroso e interroga le nostre coscienze. Per chi è credente è esclusa la via del suicidio assistito e dell’eutanasia, e parimenti è escluso l’accanimento terapeutico. La vita chiede di essere rispettata e soprattutto amata, nella particolarità di ogni individuo e nella bellezza universale del Creato: chiede di lasciarci scorrere nella corrente del Mistero.
Enrica Deambrogio Violo
Presidente Cif di Valenza