Italia nostra Alessandria
Nei giorni scorsi si è tenuta, presso la sede provinciale dell’Associazione Carabinieri, a cura della sezione alessandrina di Italia Nostra, l’annunciata e attesa conferenza del professor Luciano Orsini, gemmologo di fama mondiale, sulla figura di una grande donna che ha fatto “brillare” l’orizzonte dei cristalli nel mondo: Speranza Cavenago Bignami Moneta, la regina delle gemme. In una sala occupata in ogni ordine di posto, con alcuni ospiti che hanno dovuto assistere in piedi, il conferenziere noto per la sua capacità oratoria e la simpatia con la quale tratta temi anche di natura specialistica e profili di personaggi di alto rilievo che a volte riemergono dalla storia della memoria, grazie ai suoi racconti, si è addentrato in una piacevole narrazione che ha fatto apparire la signora Cavenago come una dama di altri tempi, che tuttavia ha saputo con tenacia e sicurezza di intenti, proiettarsi in un futuro, quello del secolo scorso nel quale è nata nel 1902, dove la parola gemmologia è stata introdotta proprio da lei e ha preso piede nel mondo dell’oreficeria e del gioiello.
Grazie a intuizioni scientifiche che a livello mondiale, hanno saputo dare una ragione indiscussa sulla natura, qualità e peculiarità commerciali delle pietre preziose, la notorietà della Regina delle gemme, si è collocata come faro nella nuova e innovativa scienza mineralogica. Il professor Orsini che della signora Speranza è stato allievo prediletto e suo ultimo collaboratore nel mondo della scuola, prosegue col suo coinvolgente e documentato profilo, legato alla Maestra, sottolineando che il personaggio si appassiona da subito ai minerali, perfeziona la ricerca durante la sua permanenza in Brasile dove non tralascia un’altra sua passione per la musica e il canto che studia con singolare impegno, qualificandosi soprano drammatico, avendo consapevolezza della sua naturale dote di voce. Torna in Italia e fonda il primo laboratorio di analisi gemmologiche presso la Banca del Monte di Milano.
Neppure la guerra arresta il suo impegno scientifico ed appena cessato il conflitto, inizia i suoi rapporti con Valenza, dove parlare di gemme era cosa abbastanza comune ma poco si sapeva della loro natura. Collabora con Luigi Illario, fondatore dell’Associazione orafa locale e si inserisce nel mondo della scuola orafa appena fondata, dove introduce la materia gemmologia. Nel 1956 si apre, grazie a lei ed alla sua ben nota testardaggine, presso l’Istituto “B. Cellini” di Valenza il laboratorio di stato per le analisi gemmologiche che risulta il primo del mondo sotto l’egida governativa. Studio e ricerca sono alla base della sua vita professionale e moltissime sono le scoperte in ambito scientifico che vengono proposte al mondo commerciale del gioiello.
Sintesi, imitazioni, abbellimenti artificiali, per la professoressa Cavenago non sono un segreto insondabile e l’impresa dei truffatori che esercitavano la loro “arte” a danno del commercio serio, viene messa a dura prova. È una donna di fede che sa leggere la mano di Dio nella bellezza delle cose da Lui create che sono tante volte lo spunto per le sue riflessioni. Autrice di un monumentale trattato di gemmologia in tre tomi, che ancor oggi non trova eguali nell’editoria specialistica, è stata protagonista in diversi congressi gemmologici mondiali dove ha sempre riscontrato ammirazione e rispetto da parte di illustri personaggi. La sua parentesi terrena si conclude a oltre novant’anni all’inizio degli anni novanta del secolo scorso, lasciando ovunque rimpianto e nostalgia per quel suo modo d’essere che la distingueva ovunque.
La piacevole serata ha termine in un mosaico in crescendo di paralleli storici che sanno collocare la signora Cavenago in un contesto non separato dalle vicende temporali che hanno accompagnato la sua lunga vita. Invitante il saluto finale del professor Orsini rivolto all’attento pubblico che non ha perduto neppure una parola da lui pronunciata: “… i vostri occhi sono ora pieni di riflessi provenienti dalla gemme, il vostro cuore si è associato alla vita di una grande donna che vi ha anche fatto emozionare per la sua vicenda umana, il vostro desiderio del bello ora lo poterete trovare ovunque saprete osservare il creato …. e allora vi manca solo il mio augurio finale, perché possiate fare sempre… sogni d’oro!”.
Simone Accardo