L’ultimo saluto a Benedetto XVI
Alle 9.34 del mattino, il 31 dicembre, Joseph Aloisius Ratzinger (1927-2022) lascia questa terra per tornare alla Casa del Padre. Il “Papa delle dimissioni”, l’uomo del rapporto tra fede e ragione, della lectio magistralis di Ratisbona del 2006, il Pontefice a cui fu di fatto impedito di parlare in università (alla Sapienza, a Roma nel 2008): papa Benedetto XVI non è facilmente “riassumibile”, il suo pensiero e la sua testimonianza nel mondo e nella Chiesa sono ancora tutte da scoprire. Iniziamo a raccontarvelo qui su Voce, partendo dalle basi: la vita, le opere e l’omelia di papa Francesco ai suoi funerali. Torneremo a parlarvi di Benedetto sui prossimi numeri, gli dedicheremo altro spazio: è stato un Papa importantissimo per tutta la Chiesa, vale la pena di conoscerlo meglio. Iniziamo così il nostro cammino di ragione e fede, sulle orme del Santo Padre Benedetto XVI.
L’Omelia di Bergoglio della Messa esequiale per il Papa emerito
«Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito» (Lc 23,46). Sono le ultime parole che il Signore pronunciò sulla croce; il suo ultimo sospiro – potremmo dire –, capace di confermare ciò che caratterizzò tutta la sua vita: un continuo consegnarsi nelle mani del Padre suo. Mani di perdono e di compassione, di guarigione e di misericordia, mani di unzione e benedizione, che lo spinsero a consegnarsi anche nelle mani dei suoi fratelli. Il Signore, aperto alle storie che incontrava lungo il cammino, si lasciò cesellare dalla volontà di Dio, prendendo sulle spalle tutte le conseguenze e le difficoltà del Vangelo fino a vedere le sue mani piagate per amore: «Guarda le mie mani», disse a Tommaso ( Gv 20,27), e lo dice ad ognuno di noi: “Guarda le mie mani”. Mani piagate che vanno incontro e non cessano di offrirsi, affinché conosciamo l’amore che Dio ha per noi e crediamo in esso (cfr 1 Gv 4,16). [Cfr Benedetto XVI, Enc. Deus caritas est, 1.]… (continua a leggere l’omelia cliccando a questo link)
Joseph Ratzinger (1927-2022)
La vita
Joseph Aloisius Ratzinger era nato il 16 aprile 1927, Sabato Santo, a Marktl, in Baviera. Terzogenito di Maria Rieger e Joseph Ratzinger senior, fu battezzato lo stesso giorno. I due fratelli maggiori erano Maria (1921-1991) e Georg (1924-2020), a cui fu particolarmente legato fino alla fine, tanto che l’ultimo viaggio da Papa emerito fu per andare a trovare il fratello ormai in fin di vita. Nel 1939 si iscrisse al seminario di Traunstein, chiuso nel 1942.
Fu costretto a iscriversi alla Gioventù hitleriana per non ricevere sanzioni nelle tasse scolastiche ma grazie a un insegnante di matematica riuscì a non partecipare alle riunioni. A 16 anni fu arruolato nell’esercito tedesco, da cui disertò nelle ultime settimane di guerra, senza aver mai partecipato ad alcuna battaglia. Nel 1947 si iscrisse al seminario interdiocesano di Monaco. Il 29 giugno 1951, fu ordinato presbitero assieme al fratello Georg dal cardinale Michael von Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga. Professore universitario, partecipò al Concilio Vaticano II prima come consulente teologico del cardinale di Colonia Frings, poi come perito. Il 24 marzo 1977 fu nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI. Fu consacrato il 28 maggio. Come motto episcopale scelse l’espressione Cooperatores veritatis. Il 27 giugno 1977 Paolo VI lo creò cardinale, del titolo presbiterale di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino. Nel 1978 partecipò ai due conclavi che elessero Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II. Quest’ultimo il 25 novembre 1981 lo nominò prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 27 novembre 2002 fu eletto decano del Sacro Collegio. Fu eletto Pontefice il 19 aprile 2005. L’11 febbraio 2013, durante il concistoro per alcune canonizzazioni, annunciò la sua libera rinuncia al ministero petrino. Il 28 febbraio 2013 alle 20 si ritirò nel palazzo apostolico di Castelgandolfo, dando inizio alla sede vacante che portò all’elezione di Francesco.
Fonte: www.diocesidiroma.it
Il suo magistero
Il magistero dottrinale di Benedetto XVI si riassume nelle tre Encicliche: Deus caritas est (25 dicembre 2005), Spe salvi (30 novembre 2007) e Caritas in veritate (29 giugno 2009). Consegnò alla Chiesa quattro Esortazioni apostoliche: Sacramentum Caritatis (2007), Verbum Domini (2010), Africae munus (2011) e Ecclesia in Medio Oriente (2012). Numerose anche le Costituzioni apostoliche, Lettere apostoliche, oltre alle Catechesi proposte nelle Udienze generali e alle allocuzioni, comprese quelle pronunciate durante i ventiquattro viaggi apostolici compiuti nel mondo.
In totale 8 visite pastorali in Italia e altrettante nella diocesi di Roma. Nel continente europeo è stato tre volte in Germania, poi in Polonia, terra di papa Giovani Paolo II, in Spagna (tre volte), in Turchia, in Austria, in Francia, nella Repubblica Ceca, a Malta, in Portogallo, a Cipro, nel Regno Unito, in Croazia e a San Marino. Sette i viaggi apostolici intercontinentali: in Brasile, negli Stati Uniti d’America, in Australia, in Messico e a Cuba, in Africa (due volte), in Terra Santa e in Libano. Tra questi viaggi anche le Giornate mondiali della Gioventù guidate da Benedetto XVI. La prima in Germania, a Colonia, nel 2005. La seconda in Australia, a Sydney, nel 2008. L’ultima, nel 2011, in Spagna, a Madrid.