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Ultrà tra follia e complicità

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

Il recente caso dei clamorosi disordini, sull’A1, tra tifosi della Roma e del Napoli, con conseguente blocco, per ore, della circolazione autostradale, mi ha riportato alla mente un episodio del mio passato. Parecchi anni fa, quando svolgevo le mansioni di Pubblico Ministero Onorario, mi ritrovai a processare il leader storico della frangia di una delle squadre più importanti d’Italia per quello che era inizialmente apparso quale regolamento di conti tra tifosi svoltosi in campo neutro, nel caso di specie ad Alessandria, in occasione di un’amichevole estiva. Ora, a parte il fatto che il predetto aveva sul groppone una condanna a parecchi anni di reclusione per rapina con omicidio, ed aveva quindi già conosciuto il carcere, mi colpì soprattutto la circostanza che un soggetto di tale carisma in ambito sportivo potesse pure annoverare un simile spessore criminale. Diversi anni dopo non fui quindi sorpreso nell’accogliere le notizie di stampa che parlarono di infiltrazioni della malavita organizzata proprio nell’ambito di quella curva anche se, di tale inchiesta, ovviamente non mi occupai. Ma, tornando alla mia esperienza, non mi sfuggì il fatto che l’imputato fosse assistito da un prestigioso Avvocato della stessa città della squadra amata, appartenente allo stesso Studio Legale di fiducia della proprietà del Club. Fu dunque quella, per me, l’occasione di scoprire non solo la già accennata consistenza illegale di certe figure appartenenti al tifo organizzato ma soprattutto i loro rapporti con le stesse società sportive, e ciò non tanto in termini di criminalità quanto di business riconducibili a smerci di biglietti ed altro al punto che i Club, lungi dall’esserne registi, potevano perfino risultarne ostaggio. Sia chiaro, il tifo negli stadi è cosa meravigliosa, senza la quale il calcio non sarebbe neppur tale, ma penso che sia tempo che, nel nostro Paese, si squarci il velo sullo strapotere, e al contempo l’illegalità di certe frange del tifo e che si adotti una robusta cura ricostituente in termini di rispetto delle regole come, al tempo, accadde in Inghilterra allorquando si riuscì a stroncare il devastante fenomeno degli hooligans.

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