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Il nuovo Emporio della solidarietà

Intervista al direttore della Caritas diocesana Giampaolo Mortara

Aprirà il 31 gennaio, festa di San Giovanni Bosco, il nuovo “Emporio della solidarietà”, promosso dalla Caritas diocesana e gestito dall’associazione Opere di giustizia e carità. Il tutto è stato reso possibile da un progetto finanziato da Caritas italiana e dalla Fondazione SociAl di Alessandria. Ma anche dal cuore e dalla passione di chi in Caritas opera quotidianamente e ha davanti agli occhi le esigenze e le speranze di chi vive molte difficoltà. Ci facciamo raccontare tutto dal direttore della nostra Caritas, Giampaolo Mortara (nella Foto).

Giampaolo, che cos’è l’Emporio della solidarietà?
«Lo abbiamo immaginato come un piccolo market dove chi è in difficoltà può fare la spesa, trovando il “paniere” completo dei prodotti che servono alla vita quotidiana: non solo alimentari, dunque, ma anche prodotti per l’igiene personale, la casa e tutto quello che può servire a una famiglia».

 

Dove sarà collocato?
«In via Orfanelle 25, presso il centro Caritas di Alessandria, dove già ci sono la mensa e tutti gli altri servizi: dall’ambulatorio “Nessuno escluso” al guardaroba e al centro di ascolto. Partiremo aprendolo al pomeriggio, tre giorni la settimana. con una prima fase di sperimentazione per vedere come va. Se sarà il caso, cambieremo gli orari e le modalità».

Quindi chi avrà bisogno di qualcosa verrà da voi all’Emporio…
«Intanto vorrei chiarire una cosa importante. L’esperienza che sta per iniziare non si sovrappone alle tantissime iniziative di solidarietà legate alla distribuzione di beni, alimentari e non, che già ci sono nelle parrocchie o nelle varie associazioni. Noi ci aggiungiamo a queste, e teniamo a sottolineare che anche la nostra è un’esperienza di condivisione: non siamo un “market” su strada, ma cerchiamo di rispondere ai bisogni di chi ci viene segnalato dalle parrocchie e dalle altre realtà associative. Che ci consentono di rispondere capillarmente alle diverse necessità del nostro territorio».

Ci spieghi il funzionamento di questo Emporio? Regalerete le cose?
«No. Abbiamo messo come priorità il fatto di pensare a un paniere completo per le famiglie. Nel concreto, abbiamo riproposto esperienze viste in altri contesti Caritas italiani, per arrivare a dare un valore tangibile al bene materiale. Vogliamo che diventi anche una educazione a gestire le risorse e a dare il giusto peso alle cose. Anche in senso di lotta allo spreco: in sintesi, si prenderà quello che serve, e non “tutto quello che passa” perché viene regalato».

Nel concreto?
«Le famiglie, o le singole persone, avranno a disposizione un plafond di punti mensili da utilizzare per fare la spesa. Una sorta di carta di credito, ovviamente non illimitata, con cui “pagare” la spesa: ogni mese il plafond si rinnova in automatico, senza accumulo di punti. Via via che la sperimentazione andrà avanti, altri bisognosi si aggiungeranno e cercheremo di capire come fare».

Va bene. Ma i soldi per le cose in vendita dove li prendete?
«Tanti prodotti verranno dalle donazioni di privati e dai supermercati. I prodotti freschi arriveranno attraverso i progetti di recupero degli invenduti da alcuni market del territorio, mentre altri finiranno sui nostri scaffali grazie alla collaborazione con il Banco alimentare della provincia di Alessandria. Altri ancora dalle donazioni di esercizi commerciali che ci aiutano a far crescere il progetto. Inoltre, per completare il paniere, saremo noi ad acquistare quello che manca, a condizioni di favore e con criteri di economicità. Come, per esempio, alcuni prodotti per la casa o per la persona, come dentifrici e detersivi».

Quindi siete a posto così?
«Assolutamente no. La sfida dell’Emporio è di coinvolgere la comunità per sostenerlo concretamente, in modo che divenga sempre più autosufficiente e funzioni al meglio».

Ma un privato cittadino (quindi non un supermercato, per esempio) come può aiutarvi?
«Ci sono diversi tipi di aiuto. Partiamo dalla donazione di denaro, che può essere fatta attraverso i canali della Caritas. Poi c’è la donazione di beni materiali, alimentari e non. Per quelli alimentari, è essenziale che siano a lunga conservazione. Ma non finisce qui».

Che altro c’è?
«Per portare avanti l’iniziativa, vorremmo raccogliere e strutturare un numero di volontari che stiano nell’Emporio e facciano anche il lavoro in magazzino. Anche loro possono rivolgersi alla Caritas: è un servizio semplice, ma efficace e necessario. Fatevi avanti!».

Andrea Antonuccio 

Per sostenere l’Emporio è possibile fare un versamento intestato a Ass.

Opere di Giustizia e Carità Odv, Iban IT47R0200810400000103784649,
con causale “Emporio della solidarietà”.
Per chi volesse mettere a disposizione tempo e capacità,
può comunicare la sua disponibilità scrivendo una mail a volontaricaritas@diocesialessandria.it

 

 

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