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La faccia del presidente

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

Ho sempre difeso Di Masi: l’ho difeso quando la Nord lo ha insultato, per la prima volta in tanti anni, il giorno della mesta retrocessione dell’Alessandria in Serie C dopo un solo giro di giostra nel Campionato cadetto. L’ho difeso all’inizio di questo Campionato, quando ho ritenuto che tanti sforzi profusi, e tanti risultati ottenuti, non meritassero contumelie e l’ho difeso anche quando, tra nuovi ingaggi in corso d’opera e cambio dell’Allenatore, aveva in qualche modo voluto dar dimostrazione della volontà di raddrizzare il Campionato.

Non dico di non difenderlo più – non sono così incline ai cambiamenti di bandiera – ma credo veramente che questa stagione non sia stata gestita nel modo migliore dall’inizio alla fine. Sì, perché può andar bene lanciare segni di malcontento e tirare un po’ i remi in barca, anche in termini finanziari, dopo tanti sforzi ma consegnare un marchio che in centoundici anni di storia era effettivamente retrocesso tra i dilettanti una sola volta ad una stagione così sofferta e dall’esito, tuttora, per nulla scontato, credo sia stato, alla resa dei conti, un grosso errore strategico.

Eh già, si possono ridimensionare potenziale e ambizioni consegnando la squadra ad un anonimo Campionato da metà classifica nell’attesa di tempi migliori ma arrivare a depauperare così tanto il patrimonio sportivo costruito in anni finendo con il ritrovarsi pericolosamente sull’orlo del baratro, a conti fatti, credo sia stata una grossa imprudenza e, alla fin fine, un grande errore. E non è stato nemmeno bello constatare la pressoché permanente assenza del numero uno in tribuna, soprattutto nei momenti più importanti e in quelli più difficili: anche perché, la faccia, nascosta o meno, era, ed è sempre, la sua.

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