La recensione
Per ricordare la straordinaria figura di Benedetto XVI, morto il 31 dicembre scorso, le edizioni San Paolo hanno presentato in questi mesi tre ricchi volumi.
La mia vita (pp 224, euro 16) è l’edizione rivista e aggiornata dell’autobiografia che Joseph Ratzinger pubblicò per la prima volta nel 1997. Egli rammenta la sua infanzia segnata da continui cambi di casa per via del lavoro del padre, un gendarme, come un tempo in cui la fede permeava l’esistenza, nonostante l’ideologia nazista che andava imponendosi sempre di più. Eppure «nessuno dubitava che la Chiesa fosse il luogo delle nostre speranze» (p. 56), grazie anche alla testimonianza di prelati come il cardinale Faulhaber, arcivescovo di Monaco e Frisinga dal 1917 al 1952, di cui colpiva «la veneranda grandezza della sua missione, con cui egli si era del tutto identificato» (p. 60). Il testo non nasconde poi le difficoltà sorte nell’ambito dell’insegnamento universitario, non di rado provocate da invidie. D’altronde, come scrive lo stesso Ratzinger, «chi sta dalla parte di Dio non sta necessariamente dalla parte del successo» (p. 154).
I miei giorni con Benedetto XVI (pp 376, euro 35) è un diario, che va dall’11 settembre 2007 al 15 marzo 2013, compilato dall’arcivescovo maltese Alfred Xuereb, all’epoca secondo segretario particolare del Papa e attualmente nunzio apostolico in Corea del Sud e in Mongolia. Il volume è ricchissimo di splendide fotografie e di ricordi personali, dai quali trapelano chiaramente sia l’affetto dell’autore per il defunto Pontefice sia la profonda umanità di Benedetto, sempre attento alla cura dei dettagli e al rispetto anche nei rapporti con i collaboratori.
In Ratzinger la scelta (pp 320, euro 25) il giornalista Orazio La Rocca si sofferma sulla cronaca dettagliata del pontificato. Nella prefazione l’arcivescovo Georg Gänswein definisce il libro «un’opera basata su ricerche minuziose, pensata per tutti quelli che ancora più dettagliatamente desiderano sapere com’era prima dell’11 febbraio 2013 e come si arrivò a quell’inspiegabile momento sconvolgente», ossia la rinuncia al ministero petrino.
Fabrizio Casazza