Unità pastorale Sette Chiese
Lunedì 12 giugno è partito il centro estivo dell’Unità pastorale Sette Chiese, che si concluderà il 15 luglio. I bambini sono seguiti da un gruppo di animatori delle parrocchie del centro città. Vengono svolti momenti di attività nella parrocchia del Carmine e altri a Santa Maria di Castello, mentre il pranzo è al “Favorite!”, l’osteria contemporanea all’interno del Collegio Santa Chiara, in via Volturno ad Alessandria. A dirci di più è padre Lorenzo Tarletti, responsabile del centro estivo e moderatore dell’Unità pastorale delle Sette Chiese (centro città).
Padre Lorenzo, perché avete organizzato il centro estivo?
«Il senso, pensando al progetto di Unità pastorale, è creare sinergia in questo campo, perché purtroppo non tutte le parrocchie sono attrezzate per realizzare un centro estivo. L’idea è di creare un luogo in cui tutti possano convergere e partecipare. E poi vogliamo anche aiutare i piccoli e i più grandi a riscoprire il piacere dello stare insieme, rivalutando l’oratorio come luogo di formazione e conoscenza. Un luogo cristiano, insomma. Ci sono anche delle difficoltà nello stare insieme. Faccio un esempio…».
Certo.
«Purtroppo i social portano i ragazzi a isolarsi, quindi una regola che abbiamo messo, tra le altre, è che non venga usato il cellulare. E poi nei primi giorni abbiamo cercato di aiutarli a preparare una tavola di regole, partendo da quello che vedono nel mondo, nelle loro famiglie. Abbiamo chiesto quale poteva essere per loro una scala di cose da fare e non fare per vivere un’esperienza positiva: ognuno ha scritto qualcosa nel suo foglio, poi abbiamo messo insieme i punti in comune e stilato 10 regole per vivere queste settimane. Adesso quelle regole non devono rimanere solo su carta, ma dobbiamo impegnarci a viverle».
Avete un tema?
«Abbiamo pensato di presentare la figura di don Lorenzo Milani, perché siamo nel centenario dalla nascita. Nella vita di questo sacerdote ci sono aspetti che riguardano il sociale, l’attenzione ai poveri e ai giovani. Cercheremo di trasmettere a questi ragazzi la testimonianza di chi ha vissuto con coerenza il Vangelo, portandolo anche in realtà povere e disagiate».
Qual è la differenza tra il vostro centro estivo e quello al di fuori di una parrocchia?
«La differenza potrebbe essere nello spirito di servizio degli animatori. Negli altri centri estivi ci sono super educatori, preparati su tutti i fronti… ma noi vediamo che nelle nostre realtà, pur povere e semplici, si riesce a far passare una dimensione legata alla fede. Abbiamo la presenza di bambini di varie etnie e religioni, e cerchiamo con rispetto di valorizzare ciò che accomuna le religioni stesse. Che è la base dell’ecumenismo».
A. V.