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Bruno, monaco a Montecassino

In cammino con San Bruno

Breve compendio a puntate sulla vita e opere di San Bruno tratto dalla pubblicazione divulgativa curata da Gian Piero Pagano che sarà presentata a Solero il 7 luglio 2023.

A Urbano II, morto il 29 luglio 1099, nel mese successivo succedette il cardinale Rainero Raineri con il nome di Pasquale II. Il nuovo papa era una vecchia conoscenza di Bruno, si erano incontrati la prima volta vent’anni prima in occasione della disputa con Berengario: Bruno giovane canonico e Rainero da poco creato cardinale da Gregorio VII, del quale furono entrambi stretti collaboratori.

Pasquale confermò Bruno nei suoi uffici di Curia, avvalendosi della sua competenza giuridica e canonica nelle frequenti controversie fra istituzioni civili e religiose. Parecchi documenti sono controfirmati dal vescovo di Segni con la solita formula Ego Bruno Sancte Signine Ecclesie Episcopus subscripsi, come ad esempio riporta la bolla che poneva l’abbazia di Cava (Cava dei Tirreni) sotto la protezione papale, emanata a Salerno.

Nel 1102, di ritorno da un viaggio in Puglia, Bruno manifestò al papa il desiderio di ritirarsi a Montecassino come semplice monaco, accusando problemi di salute. Pasquale accondiscese, ma gli mantenne il mandato vescovile con l’impegno di riservare almeno quaranta giorni all’anno da dedicare al disbrigo degli affari di Curia. Nel 1104 lo inviò come legato pontificio presso l’abbazia di Saint Winoc a Bergues nella Francia del Nord per definire le competenze dell’abate e le pertinenze di quel monastero. L’autorità del Legato era stabilita al cap. IV del Dictatus Papae di Gregorio VII: “Che in qualunque concilio il suo legato, anche se minore in grado, ha autorità superiore a quella dei vescovi, e può emanare sentenza di deposizione contro di loro”.

Al ritorno, Bruno fu assalito da un gruppo di malfattori che tentarono di derubarlo, convinti che un legato del papa portasse con sé importanti somme di denaro, ma il santo vescovo li dissuase dimostrando loro che l’unico tesoro che portava con sé era la fede in Cristo e la sua grazia.

Gian Piero Pagano

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