“La recensione” di Fabrizio Casazza
Quest’anno la Costituzione della Repubblica italiana compie 75 anni, essendo entrata in vigore il 1° gennaio 1948. Per commemorare tale anniversario il cardinale Matteo Maria Zuppi ha voluto idealmente inviare una Lettera alla Costituzione (EDB, pp 71, euro 10).
L’autore è presbitero dal 1981, vescovo ausiliare di Roma dal 2012, arcivescovo di Bologna dal 2015, cardinale dal 2019, presidente della Conferenza Episcopale Italiana (Cei) dal 2022. Attualmente è anche presidente del Consiglio per gli affari economici della Cei, presidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, membro del dicastero vaticano per l’evangelizzazione, del dicastero per le Chiese orientali, del dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, Giudice della Corte di Cassazione dello Stato della Città del Vaticano. Il Papa lo ha recentemente inviato dal presidente dell’Ucraina per una missione in funzione dell’allentamento della tensione del conflitto seguito all’invasione da parte della Russia. Nei giorni 28 e 29 giugno, come informa la Santa Sede, compie una visita a Mosca, quale Inviato pontificio per «incoraggiare gesti di umanità, che possano contribuire a favorire una soluzione alla tragica situazione attuale e trovare vie per raggiungere una giusta pace».
Il porporato apre la sua lettera manifestando il proposito di portare la luce di Cristo «anche nelle istituzioni, perché dona speranza, rende largo e umano il cuore, insegna a guardare al bene di tutti perché solo così ciascuno trova anche il suo» (p. 6). Così la libertà si rivela «non solo libertà da qualcosa, ma per qualcuno» (p. 11).
La seconda parte del libretto contiene sia una lezione tenuta nel 2021 a Bologna dal giurista Valerio Onida, presidente emerito della Corte costituzionale, morto l’anno successivo, sia una postfazione del professor Pierluigi Consorti, Ordinario e coordinatore del corso di dottorato di ricerca in scienze giuridiche dell’Università di Pisa.
San Giovanni Bosco raccomandava di essere «buoni cristiani e onesti cittadini». La dottrina sociale della Chiesa indica la bussola nel rispetto della dignità della persona umana realizzata in vista del bene comune (inteso come bene di tutti e di ciascuno) attraverso la solidarietà, con uno stile di sussidiarietà che evita l’assistenzialismo. Le tre voci di questo volume, snello ma prezioso, aiutano a crescere in questa consapevolezza.