La Voce Alessandrina Settimanale della Diocesi di Alessandria 
Cia e Confagicoltura
Da una settimana gli agricoltori della provincia di Alessandria tengono bloccata la quotazione del grano, al fine di ottenere una nuova contrattazione più equa e difendere la qualità dalle speculazioni. Venerdì scorso i rappresentanti di parte agricola Cia e Confagricoltura Alessandria, per la seconda volta, non hanno partecipato alla seduta di rilevazione prezzi alla Borsa Merci della Camera di Commercio di Alessandria e Asti.
«Il mercato dei cereali resta a prezzi insostenibili per la parte agricola e per questo la nostra protesta prosegue» spiegano i direttori di Cia e Confagricoltura Alessandria, Paolo Viarenghi e Cristina Bagnasco. «È fondamentale ottenere strumenti compensativi come abbiamo spiegato al prefetto di Alessandria Alessandra Vinciguerra, perché la situazione non si sbloccherà a breve. Tra questi strumenti segnaliamo il credito di imposta sul gasolio agricolo e contributi a fondo perduto per crisi di mercato» proseguono i direttori di Cia e Confagricoltura Alessandria.
«Un prezzo equo, per lavorare senza aver bisogno di contributi», è l’aspirazione di tutti, ma ora servono correttivi dal Governo. A distanza di una settimana dall’incontro delle due organizzazione agricole, di nuovo insieme per difendere il prezzo del grano, la situazione è critica. È stato quotato 22 euro a quintale, ma era di 35 euro a quintale a fine 2022.
«Bloccare la quotazione è importante per sensibilizzare, perché la situazione riguarda non solo il grano tenero, ma anche il grano duro, da Nord a Sud». In pochi mesi il grano ha perso il 43% del suo valore. I direttori di Cia e Confagicoltura Paolo Viarenghi e Cristina Bagnasco hanno spiegato che la situazione è peggiorata con la guerra in Ucraina. «L’apertura dei corridoi solidali per il grano diretto in Egitto ha riempito i depositi italiani, una strategia delle multinazionali a danno del grano nostrano».
Daniela Terragni
