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Quei dirigibili nel cielo di Alessandria

“Alessandria racconta” di Mauro Remotti

Sul lato sud-est dell’aeroporto “Massimo Bovone” di Alessandria, ubicato lungo viale Milite Ignoto, si può scorgere uno strano pilone arrugginito, che all’inizio del Novecento veniva utilizzato come attracco per dirigibili. Infatti, nell’anno 1913, il Regio Esercito, con il sostegno convinto del sindaco Antonio Franzini, aveva deciso di stabilire ad Alessandria un aeroscalo dotato di un apposito hangar (in seguito smantellato) per il ricovero dei dirigibili.

D’altronde la nostra città poteva vantare un temerario dirigibilista: Celestino Usuelli, rampollo della famosa famiglia proprietaria della maison Borsalino. Usuelli era anche un provetto alpinista: fu il primo a raggiungere la vetta del vulcano Chachani e il secondo a scalare il vulcano ecuadoriano del Chimborazo. Fra le sue tante imprese a bordo delle “navi d’aria”, spesso compiute in compagnia di Mario Borsalino, fratello del senatore Teresio, si ricorda il raid Torino-Milano del 14 novembre 1911, compiuto in poco meno di cinque ore di navigazione aerea nonostante un forte vento contrario. Celestino Usuelli si dedicò altresì alla progettazione e costruzione di dirigibili creando un laboratorio alla Bovisa, nella periferia milanese.

Tuttavia gli aerostati della serie U (Usuelli) non ebbero molta fortuna: i primi due (U1, U2) furono trascinati dalla furia dei temporali mentre erano ormeggiati a terra, l’U3, ideato per l’addestramento, venne ritirato dall’attività prima dello scoppio della Grande Guerra, mentre l’U4, riservato alla lotta ai sommergibili, fu utilizzato soltanto a titolo sperimentale. Destino peggiore ebbe l’U5, che dopo aver compiuto una settantina di ascensioni, precipitò al suolo il 2 maggio 1918 presso Castellina Marittima (Pisa) cagionando la morte dei cinque membri dell’equipaggio.

A Celestino Usuelli venne annullato il contratto di acquisto di altri dieci dirigibili della stessa serie, e il segreto militare, posto sulla triste vicenda, gli evitò un pesante risarcimento danni a favore dei parenti delle vittime. Usuelli non si diede per vinto e proseguì nella Capitale la sua attività di progettista e costruttore​ realizzando presso lo Stabilimento Costruzioni Aeronautiche, insieme al generale Umberto Nobile, il T34, detto dirigibile “Roma”, che avrà un successo internazionale tanto da convincere gli Stati Uniti ad acquistarlo.

Aveva appena ideato un’aeronave più grande delle precedenti, il T120, destinata alla traversata transpolare e transatlantica del Sud, quando scomparve, a soli quarantanove anni, a causa di un banale incidente automobilistico sulle strade di San Germano Vercellese. Di recente, Dante Ferraris, disaster manager della Provincia di Alessandria e noto scrittore, ha proposto di ricordare degnamente l’epopea cittadina dei dirigibili realizzando un piccolo giardino ovvero un’area verde intorno al vecchio pilone d’ormeggio.

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