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GiornInsieme 2023

Intervista a Elisabetta Taverna

Elisabetta, quest’estate l’Azione Cattolica diocesana, di cui sei presidente, ha organizzato “GiornInsieme”. Ci puoi spiegare meglio di che cosa si tratta?

«“GiornInsieme” è l’appuntamento estivo dell’Azione Cattolica diocesana. Non è il classico campo-scuola ma un’esperienza intergenerazionale grazie alla quale bambini, ragazzi, giovani e adulti si ritrovano presso la Casa “Maria Nivis” per condividere quattro intense giornate di vita comunitaria. C’è chi partecipa con la propria famiglia o il gruppo parrocchiale e chi viene sapendo di trovare lì amici con cui accompagnarsi; c’è chi torna da anni e chi si avvicina per la prima volta. Gli adulti e i giovani non sono solo educatori e animatori dei più piccoli: si è tutti partecipanti e ciascuno è chiamato a fare la propria parte, in un’alternanza tra attività specifiche per fascia di età e momenti in cui interagire tra le diverse generazioni».

È un’iniziativa nata quest’anno, oppure ha una storia alle spalle?

«“GiornInsieme” nasce negli Anni 90 come iniziativa del Settore Adulti. Nel 2018, dopo un periodo di pausa, abbiamo deciso di riproporla su richiesta di alcune coppie e famiglie con bambini. Si è consolidata e siamo riusciti a mantenerla anche durante gli anni della pandemia. Dallo scorso anno l’abbiamo rilanciata con una nuova formula, consentendo la partecipazione dei ragazzi anche nel caso in cui non siano accompagnati dai loro familiari. Una scelta che è stata decisamente apprezzata: in tanti sono ritornati invitando anche altri amici, e già si pensa a come riproporla in futuro. Quest’anno purtroppo non sono riuscite a venire alcune famiglie con i bambini più piccoli, ma comunque eravamo una settantina di persone, dai 9 agli 89 anni, più della metà delle quali under 30».

Quali sono stati i contenuti di questa edizione?

«Se lo scorso anno ci siamo messi alla ricerca delle parole per camminare insieme, in questa edizione abbiamo pensato di dare vita alle pagine del “Libro di GiornInsieme”. Questa infatti è un’esperienza da raccontare e attraverso la quale raccontarci, intrecciando le nostre vicende e riconoscendo che ciascuno di noi è una storia unica, originale, insostituibile. “Come in famiglia” è stato il primo capitolo sviluppato nella fase di accoglienza. Abbiamo proseguito con “Compagni di viaggio”, riflettendo sul valore delle relazioni. Ci siamo poi fatti provocare dalla domanda “La solita storia?” esercitandoci a guardare in una prospettiva di partecipazione la nostra quotidianità. All’interno di questo capitolo ha anche preso forma un simbolo che rappresenta il nostro essere parte di una storia più grande: l’immagine di un albero per ricordare le nostre radici e l’impegno di coltivare sogni, speranze, propositi con cui continuare a dare frutto. “La storia continua anche grazie a te” è il finale aperto con cui ci siamo salutati, pieno di idee da realizzare in famiglia, in parrocchia, coinvolgendo altri amici».

E tornati a casa?

«Ci siamo impegnati reciprocamente a “scrivere una nuova pagina” entro la fine di ogni mese. Queste “pagine” saranno iniziative di vario genere, anche appuntamenti informali o piccoli segni di condivisione. Lo scopo è coltivare i legami creati e rafforzarli anche a distanza, consapevoli che non sarà sempre possibile ritrovarsi tutti insieme. Un esempio già realizzato: alla vigilia del primo giorno di scuola abbiamo raggiunto ciascun ragazzo per trasmettergli un messaggio personalizzato preparato dagli adulti come augurio per il nuovo anno».

A te, Elisabetta, “GiornInsieme” che cosa ha lasciato?

«Questa esperienza, ricca di emozioni, spunti di riflessione e situazioni che interpellano, mi ha lasciato profonda gratitudine e tante domande. Mi è rimasta impressa la spontaneità con cui queste giornate sono state vissute da tutti i partecipanti. Il clima che si instaura è qualcosa che non si può pianificare, quindi non era scontato che da un gioco a squadre o da un laboratorio creativo nascesse, tra persone con età, provenienza, esperienza così differenti, un simpatico affiatamento che via via ha portato ad aprirsi a conversazioni e scambi più profondi. Questa dinamica conferma che, soprattutto oggi, la dimensione intergenerazionale è un valore insostituibile, uno stile di cura reciproca e accompagnamento di cui tutti abbiamo bisogno. Un altro segno molto bello è stato la presenza di alcuni giovani che di anno in anno abbiamo visto crescere: ormai sono spesso lontani per studio o per lavoro ma considerano “GiornInsieme” un appuntamento irrinunciabile per “tornare a casa”. Ammiro inoltre lo spirito di iniziativa con cui alcune persone che non ci conoscevano e non erano abituate a esperienze di questo genere hanno scelto di partecipare. Tutto questo ci ricorda che la vita associativa è prima di tutto vita e, come tale, va oltre gli schemi. Se ci limitassimo a interagire con chi partecipa assiduamente a cammini molto strutturati, ci perderemmo una ricchezza enorme. Rendere significativi e sostenibili la formazione, la responsabilità, il servizio in questo tempo segnato dalla fluidità e da tante fragilità è la sfida che dobbiamo cogliere e su cui ci interrogheremo all’interno del percorso assembleare che stiamo avviando».

L’Azione Cattolica sta affrontando un percorso di discernimento che accompagnerà ogni associazione diocesana all’assemblea elettiva del 2024.

«”GiornInsieme” ci dà lo slancio per affrontare il percorso assembleare ricordandoci che non si tratta di una formalità, e richiamandoci alla concretezza della vita delle persone a cui ci rivolgiamo. I bambini, i ragazzi, i giovani e gli adulti che abbiamo incontrato hanno ancora tanto da raccontare e, insieme a loro, vogliamo portare lo stesso stile di ascolto e condivisione nelle associazioni parrocchiali e nelle comunità in cui siamo chiamati a offrire il nostro servizio. Alcuni partecipanti hanno scritto come incipit del libro di “GiornInsieme”: “Ci sono luoghi speciali dove si torna e ci si sente a casa perché ci si sente accolti”. Impegnarci perché ciascuno lo possa affermare non solo in occasioni straordinarie è la prospettiva di futuro a cui insieme desideriamo aprirci».

LE TESTIMONIANZE 

«Qui mi sono sentita subito a casa»

Nonostante abbia fatto in gioventù una vita di AC, da quando ho cambiato diocesi erano più di 20 anni che non partecipavo ad un campo diocesano. Quando ho ricevuto la proposta per l’avventura di “GiornInsieme” mi sono incuriosita, perché una formula di campo dai bambini agli “adultissimi” non l’avevo mai sperimentata. Sembra banale dirlo ma mi sono sentita subito a casa. È incredibile come si possano creare dei legami in soli 4 giorni. Ognuno ci ha messo un pezzetto di sé, nella condivisione del proprio pensiero, del proprio dolore, di qualche dono personale, del racconto del passato vissuto a Maria Nivis.

È stato bello giocare con i ragazzi ed affrontare gli stessi argomenti di riflessione. Il risultato è stato quello di guardare da tanti punti diversi ma complementari. Abbiamo scoperto la profondità di questi giovani, che vogliono volare ma cercano anche radici. Noi adulti ci siamo interrogati su come essere compagni di strada per loro. Ci siamo sentiti accolti per questo è stato più semplice sentirsi come in famiglia.

Maria Teresa Scrivani
53 anni

«Un punto di incontro tra diverse età»

Un unico posto ma tanti ragazzi (dentro, fuori o entrambe le cose) e tanta natura: questa la premessa del nostro viaggio. Ho incontrato tante persone diverse, chi conosceva il posto come se fosse la sua seconda casa, chi invece come me si affacciava a una nuova esperienza, ma tutti quanti siamo stati unanimi nella condivisione, nel divertimento e nella preghiera.

Abbiamo partecipato a momenti di ritrovo e condivisione importanti per crescere spiritualmente, così come a lunghe (per alcuni più di altri) passeggiate nella fresca aria di montagna per tenere in salute il fisico. Entrambi questi contesti sono serviti per legare fra noi giovani e per trovare un punto d’incontro fra le diverse età, soprattutto nei ritrovi serali in cui grandi e piccini dovevano collaborare per poter portare a termine un determinato gioco: metafora del fatto che nessuno è indispensabile e nessuno al contrario è inutile, ma tutti noi dobbiamo collaborare per arrivare al traguardo. In sintesi, GiornInsieme è stato collaborazione, gioia e positività, ma soprattutto è stato unità nella diversità.

Chiara Massobrio
18 anni

«Il cammino continua nelle nostre comunità»

Per i gruppi di V elementare e I media della parrocchia di Frugarolo l’estate è stata ricca di appuntamenti, iniziati con la tre giorni ad Alassio, passando per la tendata in occasione della festa patronale di S. Felice, per concludersi con la partecipazione a “GiornInsieme” dell’Azione Cattolica diocesana.

Tutti i ragazzi sono arrivati a casa con qualche ora di sonno in meno ma con tanta gioia ed entusiasmo in più da condividere; e proprio con questo entusiasmo vogliono continuare a scrivere, nella propria comunità e lungo tutto l’anno, una “Bella Storia” di cui hanno capito essere protagonisti insieme a tanti altri volti più o meno giovani che hanno reso possibile ciò che sono oggi l’Azione Cattolica e la Casa alpina Maria Nivis.

“Una cosa da raccontare?” abbiamo chiesto ai ragazzi nella settimana successiva. I loro volti si sono illuminati: molti hanno nominato le amicizie che si sono strette con ragazzi di altre parrocchie, altri le passeggiate costate un po’ di fatica ma che hanno fatto scoprire la natura e panorami mozzafiato. C’è chi ricorda un gioco speciale, una partita a calcetto memorabile, le immancabili risate in camera prima di addormentarsi… ma in tutti sono rimasti impressi anche i momenti di preghiera e la celebrazione della S. Messa, nei quali “siamo stati con l’amico Gesù” e il momento di riflessione nel quale ci siamo chiesti quali siano gli ingredienti essenziali per stare bene in famiglia.

La cappella, angolo suggestivo e di raccoglimento della Casa alpina, che ha illuminato tanti percorsi di fede, ha colpito particolarmente i ragazzi ed è stata definita da uno di loro “una nave spaziale tra cielo e natura”. “Stare bene in famiglia: proprio questo è il clima che abbiamo vissuto a GiornInsieme ed è incredibile perché fino a qualche ora prima non conoscevamo la maggioranza dei partecipanti” esclama un membro del gruppo.

È la magia della Maria Nivis: accogliere le persone per farle sentire come a casa, come in famiglia. Per il “gruppo dei golosi” (è questo il nome che proprio a Torgnon i ragazzi hanno scelto di darsi, forse ispirati anche dall’ottima cucina) il bilancio è così positivo che una di loro conclude “ripeterei tutto uguale nelle prossime dieci estati”. Tutto uguale magari non sarà, ma sicuramente il gruppo pensa già a Torgnon 2024!

Il gruppo educatori della Parrocchia di Frugarolo

Testi a cura di Marco Lovisolo

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