Dopo il ko con il Lumezzane, venerdì si torna al Moccagatta
C’è una fotografia che forse più di tutte spiega il momento che l’Alessandria sta vivendo. E che travalica persino il risultato del campo. È quella di capitan Ciancio, maglia in mano ma fascia da capitano al braccio, che a fine gara guida la squadra sotto la curva. Per chiedere scusa, forse, per metterci la faccia sicuramente. Almeno loro. Perché il 3-0 rimediato al Moccagatta con il Lumezzane è una sconfitta troppo severa nel punteggio (con i gol di Poledri e Capelli in pieno recupero dopo quello di Malotti alla mezz’ora), ma esemplificativo della situazione che il gruppo sta affrontando. Senza Fulvio Fiorin, con cui le strade si erano divise 48 ore prima del match («Viste le divergenze progettuali delle due parti, l’Us Alessandria Calcio 1912 ed il sig. Fulvio Fiorin hanno deciso di rescindere consensualmente il rapporto contrattuale», la nota ufficiale), e con Vitantonio Zaza – ex guida dell’Under 15 – in panchina.
Per il momento, o forse no. Impossibile, per una rosa con evidenti limiti tecnici, restare impermeabili a ciò che accade fuori, con personaggi che compaiono e scompaiono come attraversassero porte girevoli. Basti pensare alla gara di domenica: da un lato l’assenza del presidente Benedetto, dall’altro la (ri)comparsa in tribuna d’onore – per il primo tempo e come annunciato – di Alain Pedretti. Che è sembrato parlare già al passato («È una situazione complicata e molto triste. Ero venuto per fare un progetto importante, ma non è stato possibile. I soldi che ho messo li considero persi») e che avrebbe ricevuto l’offerta del gruppo che fa capo a Flavio Tonetto e Ninni Corda. Anche se – è bene ricordarlo – il francese detiene solo il 40% delle quote e, al momento, le intenzioni di Benedetto sembrerebbero ben lontane dalla cessione.
Senza dimenticare il comunicato di lunedì sera, che «alla luce di ulteriori approfondimenti» annunciava «il reintegro nell’organigramma societario del dott. Rinaldo Zerbo, che si occuperà della direzione amministrativa, esclusivamente con funzioni manageriali ed amministrative che non riguarderanno l’area tecnica». Una giostra che ha portato anche il sindaco Abonante e l’assessore allo sport Oneto a esprimere tutta la preoccupazione del caso, perché se è vero che «non competono a noi giudizi e valutazioni sugli aspetti sportivi», altrettanto vero è che «è nostro dovere controllare il soggetto giuridico che ha in concessione l’uso dello stadio Moccagatta, che è di proprietà del Comune e di tutta la comunità alessandrina».
Sottolineando come «il concessionario di un bene pubblico deve essere in regola con tutti i pagamenti e deve far rispettare le normali e civili regole di convivenza nella cura e gestione quotidiana dell’immobile», non essendo in alcun modo tollerabile «che il nostro Moccagatta diventi teatro di condotte violente, da chiunque siano messe in atto». Poi l’ennesima richiesta affinché «si tenga l’assemblea soci, si approvi il bilancio e si chiarisca quali sono le risorse in campo e da chi arrivano» e «che si tracci un preciso piano dei pagamenti per onorare i debiti e la spesa corrente». Arrivando a paventare, in caso contrario, «nei tempi, nelle forme e nei modi previsti dalla legge, e in accordo con la direzione comunale competente, l’ipotesi di revoca della concessione della struttura».
Una realtà, insomma, che definire ingarbugliata è poco e in cui, in mezzo, resta la squadra, sempre più fanalino di coda con un solo punto e che domani tornerà in campo al Moccagatta: ad attenderla, la sfida con la Pro Sesto, a quota 4 punti frutto di una vittoria (con il Fiorenzuola), un pareggio (con la Pro Vercelli) e tre sconfitte (con Pergolettese, Mantova e Arzignano). Fischio di inizio alle 20.45.
Marina Feola