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Giovanni Margherita giudice istruttore del Tribunale Ecclesiastico: «Accompagniamo le persone nel discernimento»

Martedì 27 febbraio l’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale ecclesiastico diocesano

Dottor Margherita, lei è stato da poco nominato giudice ed è entrato a far parte dell’organico del nostro Tribunale diocesano. Ci dica qualcosa di lei.

«Mi chiamo Giovanni Margherita, sono dottore in Utroque Iure e docente di religione presso un Liceo milanese. In seguito al Decreto di costituzione del collegio di giudici, il Vicario giudiziale, per conto del Moderatore del Tribunale, mi ha nominato giudice istruttore per le cause inerenti la nostra giurisdizione. Tale nomina arriva dopo un lungo percorso di studi; la mia formazione inizia dal Baccellierato in Sacra Teologia nel 2017, la Licenza in Utroque Iure nel 2021 e il Dottorato in Utroque Iure nel 2022 presso la Pontificia Università Lateranense di Roma. Il percorso di studi, seppur lungo e faticoso, mi ha permesso di rafforzare e solidificare il mio rapporto con il diritto canonico che, affrancandosi totalmente dal diritto civile, vede come caposaldo la salus aeterna animarum».

Secondo i suoi studi e la sua esperienza, qual è la funzione del Tribunale all’interno del territorio diocesano, e quale la sua valenza pastorale?

«Da sempre il matrimonio è stato, per la Chiesa, un’istituzione portatrice di valori pubblici. Spesso il sacramento, per la nostra eterna finitudine, viene minato da incongruenze che portano al fallimento dello stesso con la conseguente perdita degli stessi valori. Il Tribunale, grazie al suo supporto prima pastorale poi giuridico, all’interno del nostro territorio, verifica e guida i fedeli verso quella via caritatis, così che non sentano l’abbandono della Chiesa e ritornino a sperimentare l’accoglienza fraterna delle proprie comunità grazie a un attento discernimento della propria situazione».

Lei è un giudice laico: ci può raccontare come può essere “inquadrata” la figura del laico nella struttura di un Tribunale diocesano?

«Con l’entrata in vigore del motu proprio “Mitis iudex Dominus Iesus” del 2015, il Santo Padre Francesco ha introdotto novità anche in ambito laicale, permettendo la nostra partecipazione in un numero maggiore, rispetto al passato, all’interno degli organi giudicanti. Certamente la Chiesa, al passo con i tempi, ha permesso in questo modo un rapporto di vicinanza con le comunità ecclesiali e una proficua collaborazione con i chierici che, interessati dapprima alla pastorale, abbisognano del giusto sostegno dei laici per portare avanti la vocazione della famiglia di cui la Chiesa è portatrice».

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Tutte le informazioni sull’inaugurazione dell’Anno giudiziario si trovano nella locandina qui sotto e sul sito della nostra Diocesi

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