Nel 2023 sono state 37 le donne
che hanno usufruito della struttura
Per alcune delle ospiti dell’Ostello femminile di Caritas Alessandria l’unico punto fermo del proprio futuro è l’ostello stesso. «Nella maggior parte dei casi si tratta di persone sole rimaste senza una casa in seguito a sfratti o gravi problemi personali», spiegano le operatrici del Centro di Ascolto di via delle Orfanelle. «Negli ultimi anni dal punto di vista della degenza, e in maniera ancora più evidente con l’insorgere dell’emergenza Covid, si sono generate cronicità dalle quali, per qualcuna, è ormai troppo complicato tornare indietro».
Sono al momento 16 le donne accolte dal dormitorio di Spalto Marengo 37, che conta otto camere doppie, ciascuna con servizi, e due camere attrezzate per ospitalità mamma e bambini. La struttura è dotata anche di cucina, refettorio con area tv e locale lavanderia. Due le operatrici che, a turni, dalle 19 alle 9 del mattino successivo hanno il compito di ricevere le ospiti, valutarne le condizioni fisiche e igieniche oltre a fornire loro alcuni generi alimentari di prima necessità (il pasto serale viene offerto dalla mensa dei frati cappuccini, ndr). L’ostello femminile della Caritas è il solo punto di riferimento in provincia per le donne senza fissa dimora, sostenuto economicamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, dal Cissaca e dalla Diocesi tramite i fondi dell’8 per mille.
Qualche dato. Nel corso del 2023 sono state 37 in tutto le donne che hanno usufruito della struttura almeno per una notte, per un totale di 3824 pernottamenti. In quasi il 70% dei casi si tratta di ospiti di origini straniere (25 su 37). «Oltre alle problematiche strettamente legate all’emergenza abitativa ne abbiamo diverse che comprendono anche disturbi di natura psichiatrica o dipendenze. Per questo motivo – spiegano dal Centro di Ascolto – operiamo in equipe con educatori del Centro di Salute Mentale e del Sert». Nel periodo invernale i pernottamenti si protraggono per l’intera durata dell’emergenza freddo, «ma nelle stagioni più calde, a parte alcuni casi più estremi, dopo un mese di accoglienza è prevista almeno una settimana di sospensione, così da favorire un certo ricambio in termini di posti letto».
Richieste da tutta la provincia. «Nel corso dell’anno – commentano dal Centro di Ascolto – abbiamo avuto diverse richieste di accesso alla struttura da parte dei servizi sociali di altre città della provincia e in qualche caso anche da fuori regione. Soprattutto nell’ultimo trimestre si è registrato un notevole aumento di richieste che ha portato all’attuale occupazione di tutti i posti letto disponibili». Insieme al gruppo “storico” di donne con problemi di natura abitativa o psichiatrica di recente gli operatori Caritas hanno registrato un significativo ritorno di un certo numero di badanti rimaste senza occupazione, «in quanto alcune di loro, in età ormai avanzata, non riescono più ad adattarsi alle condizioni di forte stress psicofisico che spesso si creano in questo particolare ambito lavorativo».