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Silenzio e paura

Il 4 giugno scadrà la prima rata federale:

bisognerà trovare più di 350 mila euro

Nel calcio, come nella vita, sembra che a volte il destino si diverta a mettere in fila eventi che non potrebbero essere più stridenti tra loro. Come se volesse quasi costringerci a comprendere la realtà non solo per come ci appare a prima vista, ma attraverso una doppia lettura. Come se due facce della stessa medaglia potessero aiutare a capire meglio il percorso, gli errori, i bivi che a volte si trovano lungo un cammino. E capaci di cambiare la destinazione. Solo tre anni fa, infatti, l’Alessandria festeggiava la promozione in serie B. Lo faceva ai rigori, dopo 210 minuti sembrati infiniti contro il Padova e soprattutto dopo un lungo “campionato nel campionato” in cui avevano dovuto affrontare – non senza qualche patema – Feralpisalò e Albinoleffe. Chi invece la B l’aveva centrata in modo diretto era stato il Como, l’avversario reale in quella stagione, che già nel girone di andata aveva in qualche modo influito sul destino dei grigi. Era stata infatti la netta sconfitta subita in casa per mano dei lariani a portare all’esonero di Gregucci e all’arrivo di Longo, mentre nella gara di ritorno, decisiva per la promozione con l’Orso capace di recuperare in due mesi 13 dei 14 punti di svantaggio, era stato il Covid a complicare la situazione, decimando le fila alessandrine e consegnando la vittoria del campionato agli uomini di Gattuso. Un’occasione – quella della seria cadetta – che i lariani non hanno sprecato, centrando due tranquille salvezze consecutive, l’ultima delle quali con in panchina – ennesimo strano incrocio del destino – proprio Moreno Longo. Sostituito però, nonostante un buon avvio, a inizio di questa stagione per far posto alla coppia Fabregas-Roberts, capace di guidare la squadra a una clamorosa  promozione in serie A che mancava da 21 anni. Un successo che nasce da lontano e che fa ovviamente leva su una proprietà ricchissima (la prima in assoluto in Italia), con gli indonesiani Robert e Michael Hartono entrambi nella top 10 dei titolari di società sportive più facoltosi del pianeta. Ma che – come sottolineato dal ds Ludi – prima che negli investimenti incredibili, si è manifestata con la solidità e con un lavoro «prima sulla comunità che sul lato tecnico». Una situazione distante purtroppo anni luce da quella che sta affrontando ora l’Alessandria, alle prese non solo con una retrocessione sul campo, ma con una sfilza di vicissitudini societarie che mettono in dubbio la stessa partecipazione alla serie D. Il 4 giugno, intanto, scadrà la prima rata federale e da trovare ci sono più di 350 mila euro: questa l’unica certezza, al momento. Altre, a cominciare da un concreto disegno della proprietà, non ce ne sono. Ed è la preoccupazione più grande che stringe il cuore a chi ancora tiene a quel colore meraviglioso.

Marina Feola

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