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Emporio della Solidarietà: un’esperienza di vicinanza, ascolto e accoglienza

I mille volti
dell’
8xmille

Silvia Coscia è responsabile dell’Emporio della Solidarietà, promosso dalla Caritas della Diocesi di Alessandria. Abbiamo chiesto a lei di raccontarci questa realtà caritativa che aiuta e sostiene persone in difficoltà.

Silvia, cos’è e da dove nasce l’Emporio?

«L’Emporio è un servizio che abbiamo realizzato partendo dall’esperienza di altre Diocesi italiane, adattandolo alla situazione della nostra comunità. È un piccolo market che è stato inaugurato il 31 gennaio 2023, finalizzato a dare un sostegno di beni essenziali a famiglie in difficoltà che fanno fatica a fare la spesa. È aperto dal lunedì al giovedì dalle 15.30 alle 17.30 e il venerdì dalle 14.30 alle 16. Dopo una prima fase di sperimentazione durata un mese, i numeri sono cresciuti, e così anche l’attività dell’Emporio. E, come conseguenza, da quest’anno l’Emporio è aperto cinque giorni alla settimana. A dimostrazione di quanto questo progetto stia funzionando e andando incontro alle reali esigenze delle persone».

Come funziona il pagamento dei prodotti?

«Funziona con una tessera che contiene 150 punti nell’arco del mese. Questi punti vengono assegnati alle famiglie dopo un colloquio con il Centro d’ascolto Caritas, in base alle loro necessità, alla loro condizione economica e alla composizione dei nuclei familiari. Il prezzo dei prodotti che offriamo all’interno dell’Emporio è anch’esso definito con i punti, sulla base del valore economico del prodotto».

Cosa si trova tra gli scaffali dell’Emporio della Solidarietà?

«Il paniere dell’Emporio era inizialmente composto da prodotti di prima necessità, di igiene personale e da alimenti. Poi, visto il successo e l’apprezzamento dei nostri ospiti, abbiamo chiesto loro se avessero preferenze su prodotti da aggiungere. Così abbiamo aumentato e migliorato la proposta. Faccio un esempio: visto che c’era sempre la farina, alcuni ci hanno chiesto il lievito di birra per poter fare il pane. Noi proponiamo prodotti che acquistiamo, come quelli per l’igiene della casa e alimentari di prima necessità; e poi ci sono i prodotti donati dal Banco Alimentare».

Cos’è cambiato nel vostro servizio?

«Prima donavamo una busta già decisa da noi. Adesso, invece, diamo ascolto alle esigenze dell’ospite, che ha la possibilità di scegliere quello che vuole, fornendoci anche delle idee su che cosa vorrebbe trovare sugli scaffali. Per esempio, prima è capitato che qualcuno dicesse: “Non bevo il latte, preferisco che mi diate più riso”. Adesso la scelta è cresciuta e rispecchia di più i desideri di chi viene all’Emporio».

Chi frequenta l’Emporio?

«Generalmente, si tratta di famiglie segnalate dai centri parrocchiali che, a loro volta, comunicano con il Centro d’ascolto. Per ogni centro parrocchiale riceviamo tre o quattro famiglie, provenienti un po’ da tutto il mondo, che poi incontrano le nostre operatrici».

Quanto dura la tessera e quante volte si può venire all’Emporio?

«Queste famiglie possono fare la spesa per sei mesi, un pomeriggio alla settimana. Al termine, si fa insieme un punto della situazione. Nel frattempo, il Centro d’ascolto contatta altri nuclei familiari che potrebbero avere bisogno di un aiuto in questo senso. Di solito l’Emporio è frequentato da una dozzina di famiglie al giorno, e quindi si contano circa 60 famiglie a settimana. I punti mensili eventualmente rimasti nella tessera non possono essere accumulati se non vengono consumati interamente. E le tessere vengono ricaricate all’inizio di ogni mese».

Quanti sono i volontari?

«I volontari dell’Emporio sono sei per turno, in totale quasi una trentina, di età compresa tra i 30 e i 60 anni. Rimangono fissi nello stesso giorno in modo da creare un rapporto con le persone, a cui chiediamo di venire all’Emporio due o tre volte al mese, non solo una volta; perché vorremmo accompagnarle all’acquisto e alla scelta dei prodotti. I volontari sono tanti, proprio perché si coinvolgono direttamente con chi fa la spesa, aiutando le persone in tutte fasi: dalla scelta al pagamento con i punti e, in generale, a un acquisto intelligente, soprattutto degli alimenti freschi, che deperiscono rapidamente. La cosa bella è che viene a crearsi un ambiente familiare. Quindi succede anche che ci si affezioni, come è capitato a una nostra ospite, che portava al gruppo dei volontari delle torte fatte da lei».

Ma in che modo questo progetto è stato finanziato? «Per la partenza e la realizzazione dell’Emporio il contributo dell’8xmille è stato fondamentale» dichiara Giampaolo Mortara, direttore della Caritas di Alessandria, che spiega: «L’Emporio è stato realizzato attraverso un progetto presentato a Caritas italiana nell’ambito dei fondi 8xmille, che hanno coperto interamente i costi di avvio. Poi la Diocesi attraverso i fondi ordinari dell’8xmille nel 2023 ci ha sostenuto per le spese ordinarie di gestione e per gli acquisti dei diversi prodotti».

A.V.

8xMille, come firmare

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