il Centro Italiano Femminile compie 80 anni
Sabato 8 in Cattedrale il Vescovo celebra la Santa Messa per tutte le donne
“Guardare indietro è un po’ come rinnovare i propri occhi, risanarli, renderli più adeguati alla loro funzione primaria: guardare avanti”. Ci serviamo di questa epigrafe di Margaret Fairless Barber per sottolineare il valore della memoria in questo Anno Domini 2025. E mentre avviene il primo giro di boa del quarto di secolo che ci conduce al Terzo millennio, il Centro Italiano Femminile compie 80 anni. La sfida di costruire il futuro – come accade a ogni passaggio di anno – non può prescindere dalla capacità sapiente del “fare memoria”. E la memoria non è solo lo spazio dei ricordi ma anche quello dei sentimenti, delle emozioni che lungo il tempo hanno animato tante donne del Cif a privilegiare la concretezza degli incontri, il coinvolgimento con gli altri, la sollecitudine verso la società e la cura dei deboli. Queste tante donne, in ogni angolo del Paese, con il loro impegno, la loro tenacia, la loro testimonianza cristiana, ci fanno sentire ancora oggi parte di una storia, di un mondo comune, di una fraternità allargata.
Ci piace pensare a questa storia di molte donne “ordinarie” eppure straordinarie, che hanno favorito una svolta e un cambiamento di mentalità, pur rimanendo semplicemente donne. Tante di loro le abbiamo conosciute attraverso scritti e ricordi tramandati, altre le abbiamo conosciute personalmente e il loro esempio (la loro amicizia) ci ha insegnato uno stile di vita completo, adattabile, traducibile nel nostro comportamento per vivere una vita in pienezza, non accettando solo di sopravvivere ma facendo la differenza, se non per molti, almeno per qualcuno.
Maria Federici, Prima Presidente nazionale Cif, scriveva nel 1945 sulle pagine del Bollettino: “Se ci domandano che cosa vogliamo, rispondiamo: l’affermazione dei principi cristiani nella vita sociale. (…) L’impegno è forte, ma non supera le forze di un animo cristiano”. E ancora: “Le donne che vivono integralmente la loro Fede (e sono milioni) si uniscono nel Cif, si stringono nel Cif, danno al Cif la loro adesione, il loro lavoro, le loro energie. Siano tutte tenute a difendere l’unità e la santità della famiglia, l’educazione cristiana della gioventù, i diritti della lavoratrice, la libertà della persona. Esse lo sanno e sanno pure che volendo tutta la vita sociale impostata sulla dottrina sociale cattolica, contribuiranno a rimettere in piedi il Paese. Questa umana speranza che fiorisce al sole della Fede sulle squallide rovine materiali e morali, dispone i nostri cuori alle fatiche che saranno lunghe e gravi”.
Sono trascorsi 80 anni esatti, ma queste parole riecheggiano attuali. Le rovine materiali del dopoguerra sono state sanate a quelle morali invece se ne sono aggiunte di nuove. Risulta quindi importante, se non necessario, l’impegno di tante donne che, condividendo i principi dell’Associazione, nel loro ambito (familiare, lavorativo, sociale) sappiano portare dentro la storia dell’oggi quel cambiamento reale guidato dalla ”Ispirazione cristiana” capace di addolcire ogni gesto umano che promuova la dignità della persona, nel superamento di logiche negative, finalizzato al miglioramento della vita di tutti.
(Nella foto: Bollettino Cif Anno 1 – giugno 1945)