Al seminarista è stato conferito il ministero del Lettorato in Cattedrale
«È il Mistero più bello, perché non si smette mai di imparare dalla Parola»
Lunedì 5 maggio, in una Cattedrale gremita in occasione delle celebrazioni per l’Ottavario della Madonna della Salve, durante la Santa Messa per il pellegrinaggio delle unità pastorali Cristo e Valenza è stato conferito il ministero del Lettorato al seminarista Matteo Chiriotti. Il 23enne valenzano, che sta frequentando il seminario a Genova, ha iniziato il suo percorso vocazionale quattro anni fa.
Matteo, che cosa vuol dire ricevere il ministero del Lettorato?
«Ricevere il Lettorato significa diventare ministro della Parola. Questo ha due aspetti. Uno è prettamente liturgico: la proclamazione della Parola nell’assemblea, nei santi misteri, ed è una grandissima responsabilità. Dopo c’è, soprattutto, la consapevolezza di essere più legato al Mistero di Dio che è nella sua Parola, che Lui ci ha donato. E, di conseguenza, l’impegno a insegnare questa Parola. Credo sia questo il Mistero più bello, perché non si smette mai di ascoltare e di imparare dalla Parola e dallo Spirito Santo, che ci suggerisce e ci parla. E poi la insegni ai fedeli e alle persone. Quindi comunichi quella gioia che tu, per primo, hai conosciuto sin dal momento in cui hai incontrato il Signore e sentito la chiamata. Una chiamata che, soprattutto ora, viene confermata con il Lettorato».
C’è qualcosa che ti ha stupito di più, che ti ha toccato il cuore sin dall’inizio del tuo percorso di formazione?
«Una cosa che mi ha colpito, e continua a colpirmi sempre di più man mano che si va avanti, è che il Signore non ti lascia mai da solo. Nonostante i tuoi difetti, le tue debolezze, le tue incapacità che, andando avanti nel ministero e nel seminario, si sentono sempre più vive, è il Signore che agisce attraverso di te, che opera in te. Di fronte a questo, l’insicurezza e la paura cadono. Perché, nel momento in cui ti rendi conto di come opera il Signore, se gli dai fiducia, se gli dai fede, è straordinario. Non smette mai di stupirmi e di stupire anche coloro che mi stanno vicino, i miei compagni e il mio Vescovo».
C’è un Santo a cui ti sei affidato per questo Lettorato?
«Io sono molto devoto a San Giovanni Bosco. Mi ha accompagnato in questi primi anni della mia vocazione e continua ad accompagnarmi. È il Santo con cui tutto è cominciato, la figura attraverso la quale il Signore ha acceso in me il fuoco della fede. E ha usato proprio lui, don Bosco, come esempio: un uomo semplice, che non aveva molte cose ma aveva, oltre alla fede, tanto amore per le persone, in particolare per i giovani. Chiedo al Signore la grazia di poter imitare questa bellissima figura nel corso del mio ministero».
È il tuo modello sacerdotale?
«Io vorrei essere un sacerdote che ama, che ha un sorriso, una bella parola, del tempo per tutti. Un sacerdote che sappia donarsi a tutti coloro che incontra. Ovviamente non sarò io a essere così, ma sarà il Signore a farmi la grazia di conformarmi, sempre di più, a questo esempio che Lui e San Giovanni Bosco mi hanno lasciato. Quindi mettiamo tutto nelle mani del Signore, ogni giorno. E andiamo avanti!».