Collegio Santa Chiara: un simposio e lo sportello psicologico

“Ballando con una sconosciuta” sabato 20 settembre 2025

Sabato 20 settembre la Biblioteca moderna del Collegio Santa Chiara di Alessandria (ingresso pedonale in via Inviziati 1, ingresso auto in via Volturno 18) ospiterà l’evento “Ballando con una sconosciuta”, una giornata di riflessione e formazione dedicata al tema “La relazione terapeutica e il costruttivismo”, organizzato dal Centro clinico San Giorgio di Genova. Dalle 9.30 alle 11.15 si terrà il simposio “La relazione terapeutica e il costruttivismo”, introdotto e moderato da Carla Vandoni. A seguire, la consegna del Premio San Giorgio 2025 e la presentazione dello sportello psicologico all’interno del Collegio e dei seminari previsti per l’anno accademico 2025/2026. Infine, dalle 11.30 alle 13, spazio al seminario esperienziale “Nei loro panni: capire le emozioni dietro le difficoltà di apprendimento” condotto da Lucia Barolo e Simone Tedeschi. L’evento è gratuito e aperto a tutti.
Abbiamo chiesto a
Carlotta Testa (nel tondo), direttrice del Collegio Santa Chiara, di raccontarci questo evento e i progetti futuri.
 

Carlotta, da dove nasce la collaborazione tra Collegio e Centro clinico San Giorgio?
«Già da dopo la pandemia, la vita di collegio ha mostrato una fragilità in crescita da parte degli studenti dal punto di vista emotivo, psicologico. Abbiamo affrontato questo tema, e negli anni abbiamo capito quanto è importante curare il benessere psicologico dei ragazzi. Nel giro di collaborazioni, che ormai sono sempre più ampie, siamo arrivati a collaborare con il centro clinico San Giorgio. E, insieme con loro, è nata l’idea di uno sportello psicologico presso il Collegio. All’interno dell’evento formativo di sabato verrà presentata questa piccola collaborazione che oggi nasce e speriamo possa crescere».
 Uno sportello accessibile per gli studenti.

«I dettagli vanno definendosi, l’idea è di avere uno psicoterapeuta con cadenza quindicinale che, oltre ai propri pazienti, potrà ricevere anche i nostri studenti a un costo simbolico. Questo per andare incontro alle esigenze di uno studente universitario fuorisede, che va aiutato dal punto di vista economico, pur essendo responsabilizzato».

Il Collegio si apre sempre di più alla città, e non solo.

«Sono contenta che il Collegio, al di là di questo servizio, diventi un luogo di proposte che, in un certo senso, corrispondono agli interessi della nostra comunità. È bello vedere un “fermento” all’interno del Santa Chiara: in questo momento siamo in mezzo a un cantiere, perché il Collegio si allargherà; è partito l’anno accademico e continuano gli eventi di dialogo, cultura e formazione insieme con diverse realtà del territorio e non solo».

La parola passa ad Alessandro Poiré, psicologo, co-organizzatore dell’evento di sabato e direttore del Centro clinico San Giorgio di Genova.

Dottor Poiré, cosa vi unisce al Collegio Santa Chiara?

«Quello che ci unisce è un approccio molto simile alla cura, intesa non in senso necessariamente clinico, ma proprio come il “prendersi cura”. Nel Collegio c’è un modello antropologico in cui la persona è al centro, e non è uno slogan. Ci unisce qualcosa di molto simile nel guardare al mondo e nel rendersi disponibili. Ciascuno evidentemente fa un mestiere diverso, però c’è una sintonia forte, al di là degli intenti, nel modo di fare le cose».


È qualcosa che viene prima, non è un modulo applicato.

«Sì, nel corso degli anni abbiamo infittito i rapporti, siamo stati presenti anche in momenti importanti del Collegio, come l’inaugurazione, e seguiamo questa avventura da sempre. La bontà del progetto del Santa Chiara è riconosciuta sia ad Alessandria sia fuori, visto che gli studenti arrivano da tutta Italia. Il Collegio è una porta che si apre sulla città, una porta privilegiata».
Il titolo della mattinata di sabato è “Ballando con una sconosciuta”. Chi è questa sconosciuta?

«Per me la sconosciuta è la relazione terapeutica. In fondo la terapia è qualcosa di veramente strano, soprattutto nel primo colloquio. Ovvero, due persone si incontrano per la prima volta con una modalità codificata, non si conoscono ed entrano in contatto. Il ballo, in qualche modo, mi è parso anche una buona metafora, perché per certi aspetti non ci si tocca, ci sono delle regole e dei ruoli. Ma per altri aspetti si entra profondamente in contatto».

La giornata è rivolta a tutti?

«Noi abbiamo pensato di aprire a tutta la città. Se l’avessimo fatto per i ragazzi del Collegio probabilmente avremmo scelto anche un mese diverso. C’è parso veramente che potesse essere un inizio, anche rispetto a una serie di collaborazioni, di possibilità, di incontri formativi che abbiamo immaginato. L’idea è quella di essere aperti a tutti: quindi ci aspettiamo qualche collega alessandrino, qualche curioso, qualcuno che arriva da fuori. In questo senso, anche la giornata sarà a metà tra il divulgativo e lo specialistico, in modo da provare ad accontentare tutti con questo assaggio».

È l’inizio di un percorso, allora?

«Sì, è l’inizio di un percorso che si strutturerà con una serie di iniziative formative al Collegio. La nostra presenza, insieme a quella di altre realtà, sarà all’inizio quindicinale, e si svilupperà con degli sportelli che saranno a disposizione degli studenti, e più in generale anche della città».

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