Care lettrici,
cari lettori,
apriamo questo numero con l’intervista di Alessandro Venticinque a don Mauro Mergola, responsabile della pastorale giovanile della Diocesi. Il sacerdote salesiano ci racconta contenuti e motivazioni del prossimo ciclo (intitolato “Felici per l’eternità”) di incontri dedicati ai nostri ragazzi e alle sempre più pressanti sollecitazioni che riguardano destino e affettività. Dei giovani, certo, ma anche nostre. Che cosa dicono, che cosa diciamo quando parliamo di amore? E poi: è ancora spendibile la parola “vocazione” fuori dagli ambiti parrocchiali o associazionistici cattolici? Che cosa significa davvero?
Dovremmo aver imparato che le risposte preconfezionate con cui ci illudiamo di risolvere la questione in realtà non bastano più. Annoiano e non incidono, se non in maniera superficiale… mi sembra invece che don Mauro sia ben cosciente di questa situazione e affronti la realtà dei ragazzi che vediamo ogni giorno, dentro e fuori le parrocchie, come una sfida: mostrare che la fede è la strada verso la felicità eterna. Già qui, su questa terra. Adesso. Eterna vuol dire vera, innanzitutto.
Lo leggiamo nell’intervista, in due punti che mi sembrano importanti. Il primo sta in questa risposta: «Oggi, di fronte ai fallimenti affettivi, tante volte ci si trova soli davanti alle decisioni importanti, con delle conseguenze che lasciano il segno nel tempo e, in alcuni casi, anche per l’eternità» (scriveva Cesare Pavese: “Il compenso di aver tanto sofferto è che poi si muore come cani”. Vogliamo questo, per noi o per i nostri figli?). Secondo punto. Alessandro chiede a don Mauro di formulare un invito a questi tre incontri, e lui risponde così: «Viene spontanea la frase del Vangelo: “Vieni e vedi”. Non fermarti ai pregiudizi, ci interessi per quello che sei e non chiediamo nulla in cambio. E poi desideriamo vederti felice, e che tu costruisca un progetto nel quale poter dire: “Ne è valsa la pena”».
Noi siamo felici? Possiamo dire sinceramente che “ne è valsa la pena”? Oppure attendiamo di morire come i cani di Pavese?