Care lettrici,
cari lettori,
con la chiusura della Porta Santa in Cattedrale, domenica scorsa si è concluso il Giubileo indetto per gli 850 anni dalla fondazione della nostra Diocesi. Qui potrete leggere l’intervista al nostro Vescovo: gli abbiamo chiesto un giudizio su questo anno così particolare, che dovrebbe (perdonate l’uso del condizionale) essere di giubilo e gioia, dentro la Chiesa locale e universale. Chiediamocelo lealmente: è stato così anche per noi? Per monsignor Gallese la risposta è positiva: il Vescovo ci ha raccontato di aver incontrato tante, tantissime persone durante il percorso giubilare allestito all’interno della nostra Cattedrale, e di aver visto dei volti commossi, colpiti da quel cammino che vuole accompagnare l’essere umano da una esperienza di dolore e fallimento all’incontro rigenerante con il Signore. È un punto su cui vale la pena soffermarsi, per non cedere alla tentazione di archiviare con un “e anche questa volta è andata” una serie di accadimenti non scontati in una vita cristiana (per “cristiana” intendo una esistenza colpita e cambiata dall’incontro con Cristo: non la pedissequa osservanza di riti e precetti).
La prima questione, dunque, è riconoscerci fallimentari: non serve chissà quale teologia per comprendere che le cose non vanno quasi mai come vogliamo. Anzi… più insistiamo sui nostri progetti, più ci accorgiamo di non essere noi i padroni della realtà.
Lo può capire anche chi non va a Messa la domenica: basta soltanto un po’ di sano realismo, su di sé e sugli altri. La seconda questione è che siamo bisognosi di una salvezza, proprio perché la vita non ce l’aggiustiamo da soli. L’uomo religioso parte da qui, da una mendicanza. Mentre il presuntuoso, quello che si sente già “a posto”, parte dalle sue capacità (ne vedo diversi, laici e consacrati, nei nostri ambienti ecclesiali).
Allora torno alla domanda iniziale, a cui potremmo provare a rispondere: l’Anno giubilare appena trascorso è stato per noi un anno di gioia? Vi dico qual è la mia risposta: per me non è stato un anno di gioia, ho fatto davvero molta fatica. Ora tocca a voi. Siate sinceri.
La Voce Alessandrina Settimanale della Diocesi di Alessandria
