Home / Alessandria / Il nostro sindaco: la parola ai candidati/2

Il nostro sindaco: la parola ai candidati/2

Elezioni comunali 2022

Sabato 28 maggio i candidati sindaco hanno incontrato pubblicamente il vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, in vista delle elezioni comunali di domenica 12 giugno. Per chi non era presente all’evento, in questo Paginone riportiamo le risposte alle cinque domande poste dal direttore delle Comunicazioni sociali, Enzo Governale.

Giovanni Barosini

Classe 1960, si candida a sindaco con “Azione”, il partito guidato dall’ex ministro Carlo Calenda. Nato a Cave (Roma), si è trasferito ad Alessandria nel 1986. Dal 2009 al 2014 ha rivestito la carica di presidente del consiglio della Provincia di Alessandria. Fino al 22 febbraio 2022 è stato assessore ai lavori pubblici, patrimonio e welfare animale per il Comune di Alessandria. È sostenuto da: Azione/+Europa, Alessandria pulita, Alessandria viva e SiAmo Alessandria.

Alessandria città universitaria: quali prospettive?

«È una sfida che si sta mettendo in piedi e credo che tutti gli “attori” si stiano adoperando, a partire dai referenti universitari, le istituzioni, il sindaco e noi. È una sfida da cogliere, perché abbiamo bisogno di una scossa economica e culturale. E quella dell’università è un’opportunità da affrontare in maniera coesa, su questo tema non bisogna assolutamente dividersi».

In futuro un giovane alessandrino dove troverà lavoro?

«Tanti ragazzi sono intraprendenti, anche se mi spaventano i cosiddetti “Neet”, cioè quei giovani che non lavorano, non si formano, non fanno volontariato. I giovani hanno bisogno di spazi formativi. Si stanno inventando nuovi lavori, sul web e non solo, quindi hanno bisogno di punti di riferimento qualificati all’interno delle istituzioni, per ricevere risposte giuridiche e anche burocratiche».

Ambiente, ecologia e fiumi: quale rapporto con la città?

«Dobbiamo tenere insieme lavoro, ambiente e salute, si può fare. Sui fiumi, la nostra città ha questa ricchezza, un pozzo di petrolio mai sfruttato. Adesso è il momento: ci sono azioni di investimento, a cui ho partecipato, già iniziate dall’amministrazione attuale. Riqualifichiamo i fiumi, perché non siano più visti come un pericolo ma come un arricchimento culturale, sociale ed economico».

Covid e guerra: lei come li ha vissuti? Come li sta vivendo?

«La fragilità, o la frangibilità, fa parte dell’essere umano. Non va allontanata, ma affrontata a viso aperto, osservata e superata. Il Covid potrebbe tornare, dobbiamo investire sulle vere priorità della vita. Per la guerra, ognuno di noi può fare qualcosa, anche di sostanza. All’inizio sembrava appartenere a un altro mondo, invece adesso capiamo che tocca ognuno di noi».

Ma perché un cattolico dovrebbe scegliere lei?

«Per la mia attività, il mio comportamento come padre di famiglia, come amministratore, come uomo, come cittadino, come amico. Credo che questo mio modo di essere e di fare, interiore ed esteriore, si possa sovrapporre ai principi cattolici».

Leggi anche:

Check Also

Gli scout e le guide per un futuro rigoglioso

Insieme per “lasciare il mondo un po’ migliore” E l’Arco di piazza Matteotti si illumina …

%d