Elezioni comunali 2022
Sabato 28 maggio i candidati sindaco hanno incontrato pubblicamente il vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, in vista delle elezioni comunali di domenica 12 giugno. Per chi non era presente all’evento, in questo Paginone riportiamo le risposte alle cinque domande poste dal direttore delle Comunicazioni sociali, Enzo Governale.
Vincenzo Costantino
Classe 1966, è candidato alla carica di primo cittadino con Italexit, il partito fondato dal senatore Gianluigi Paragone. Costantino, infermiere dell’Asl alessandrina, in passato è stato già consigliere comunale con i Democratici di sinistra dal 2002 al 2007, nella giunta di Mara Scagni. È stato anche vicepresidente dell’Ordine degli infermieri (Opi) di Alessandria, presidente dell’associazione socio culturale “Crescere insieme”, e fondatore dei “Civici in Piemonte”.
Alessandria città universitaria: quali prospettive?
«Alessandria sta diventando una città sempre più universitaria, aperta al mondo esterno. C’è il progetto del campus universitario, che sarà realizzato tra qualche tempo, ed è logico che bisogna dare risposte al mondo giovanile. Nei prossimi anni, lavorando di concerto con l’università, con il mondo del volontariato e delle associazioni, si potrà costruire un futuro migliore».
In futuro un giovane alessandrino dove troverà lavoro?
«I giovani non devono scappare da questa città, perché abbiamo bisogno che Alessandria cresca. Abbiamo perso in questi ultimi anni tante persone che sono andate via perché non trovavano in Alessandria un’opportunità di lavoro. Eravamo circa 100 mila abitanti, oggi siamo a malapena 90 mila. Pensiamo a una città che riesca a dare delle risposte a tutti e in maniera diversificata».
Ambiente, ecologia e fiumi: quale rapporto con la città?
«Negli indici di vivibilità nazionali siamo nei posti medio-bassi. Significa che c’è qualcosa che non funziona, bisogna lavorare per migliorare la qualità della vita per una città più a misura d’uomo, di bambino e di anziano. Per i fiumi, oggi possono essere una grande opportunità. Pensiamo ai Murazzi a Torino: li hanno sfruttati e oggi sono un’occasione per tutti».
Covid e guerra: lei come li ha vissuti? Come li sta vivendo?
«Ho vissuto il Covid malissimo. Mentre ero a fare i tamponi agli altri, in giro per la provincia, mi raggiunge una telefonata della Direzione sanitaria che mi dice: «Sei positivo, abbandona subito il posto di lavoro e vai a casa». Subito dopo mia moglie e sua figlia hanno contratto il virus. Anche mia madre è risultata positiva, e più tardi purtroppo non c’è l’ha fatta».
Ma perché un cattolico dovrebbe scegliere lei?
«Io sono un cattolico non praticante, ma ho riscoperto la fede mentre ero a casa con il Covid. Non sapevo cosa fare e mi sono messo a pregare. Mia mamma era devota a Padre Pio e quindi io lo pregavo tutte le sere. Sono una persona perbene, corretta, che ha le mani pulite. Amo il mio lavoro e posso dare molto a questa città, che mi ha dato veramente tanto».