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Il nostro sindaco: la parola ai candidati/5

Elezioni comunali 2022

Sabato 28 maggio i candidati sindaco hanno incontrato pubblicamente il vescovo di Alessandria, monsignor Guido Gallese, in vista delle elezioni comunali di domenica 12 giugno. Per chi non era presente all’evento, in questo Paginone riportiamo le risposte alle cinque domande poste dal direttore delle Comunicazioni sociali, Enzo Governale.

Angelo Mandelli

Classe 1952, nato a Milano e residente in Lomellina, è il quinto candidato sindaco di Alessandria. Laureato in Filosofia teoretica alla Statale di Milano, è consulente informatico in pensione. Mandelli è stato in commissione edilizia nei Comuni di Saronno (VA) e Cesate (MI), e ha partecipato alle attività di varie associazioni “pro vita”. Dal 2016 è referente per la provincia di Pavia e Lomellina del “Popolo della famiglia”, il partito guidato a livello nazionale da Mario Adinolfi.

Alessandria città universitaria: quali prospettive?

«Non sono un fautore delle scuole statali, nemmeno delle università. Trovo che siano soggette a quella che papa Francesco chiama “colonizzazione ideologica”. Per esempio, all’Università del Piemonte Orientale è stata attivata la “carriera alias”, un patentino per le persone in transizione di genere. Ma l’università come fa a dire se uno è in transizione di genere oppure no?».

In futuro un giovane alessandrino dove troverà lavoro?

«I giovani con un minimo di spirito imprenditoriale, magari agevolato dallo Stato, possono ritagliarsi uno spazio. Però una cosa di cui non si è discusso è la natalità. Parliamo di giovani, ma tra un po’ non esisteranno più… i morti sono il doppio dei nati. Quindi se non nascono più bambini non ci saranno più giovani, e dunque non ci sarà un futuro nemmeno per noi adulti».

Ambiente, ecologia e fiumi: quale rapporto con la città?

«Non bisogna esagerare: tutte le attività umane hanno un impatto e delle conseguenze negative, quindi dobbiamo avere un po’ di pazienza. Anche il “famoso” Pnrr è impostato tutto sull’ecologia. Ma non si è fatto nulla per le politiche familiari, per avere più figli nella nostra società. Per questo rischiamo di essere intrappolati in ideologie da cui è difficile uscire».

Covid e guerra: lei come li ha vissuti? Come li sta vivendo?

«Mi sono sempre attenuto a tutte le disposizioni nel periodo del Covid. Però il pericolo che ho visto è quello di uno Stato che diventa eccessivamente totalitario, ti impone troppe cose. Corriamo il rischio di andare, sempre di più, verso una società di tipo cinese, in cui il fine giustifica i mezzi. Dove loro possono imporre qualsiasi cosa, e tu devi sempre accettarla».

Ma perché un cattolico dovrebbe scegliere lei?

«Noi siamo per la tutela della vita dall’inizio fino alla morte naturale, siamo contro l’aborto, contro l’eutanasia e contro il suicidio assistito. Sul tema della sessualità e dell’affettività, crediamo che ci siano una sessualità e un’affettività naturali. Quindi uteri in affitto, figli di due mamme o due papà, cambi di sesso, sono cose che noi proprio non vediamo».

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