Rocco Lopardo, vicepresidente Fmi
Rocco Lopardo, vicepresidente della Federazione motociclistica italiana che nel 2021 ha celebrato i suoi 110 anni.
Lopardo, quest’anno il motoraduno riparte alla grande, come si faceva prima della pandemia. Per un evento di questo genere, a suo avviso, che senso ha ripartire? In fondo si stanno riaccendendo anche le moto…
«Siamo ripartiti, in tutti i sensi. L’Italia finalmente ha visto, come dire, un po’ di luce. Sì, l’evento del prossimo weekend per noi è un qualcosa di importante, che va oltre in raduno in sé. È un appuntamento che in mille occasioni abbiamo ricordato ed esaltato come unico nel suo genere, in cui si riesce a coniugare questa passione sconfinata, questa voglia di libertà, e il nostro essere credenti. Finalmente l’attività è ripartita e ci siamo “messi in moto”, per giocare un po’ con le parole… Sono circa mille gli eventi mototuristici nella stagione, tra quelli realizzati e quelli in programma: quindi finalmente ci siamo! È un segnale importante, perché stiamo lasciando anche le mascherine, e stiamo lasciando alle spalle il terrore e la paura di questo virus. Un momento importante, come quello della Madonnina dei Centauri, in qualche modo, riesce a compensare tutto ciò che di brutto abbiamo vissuto con la pandemia. Siamo veramente soddisfatti e fiduciosi, e siamo sicuri che, come tutti gli anni, sarà un momento che va oltre, come dicevo in apertura, al concetto di raduno. La moto è uno strumento per arrivare in un luogo bello, come quello del Santuario. Però, arrivati lì, ci si ritrova anche in un momento di fede importante».
Speriamo che la moto possa portare la pace, in quei luoghi in cui la pace non c’è.
«Assolutamente sì, spesso si fa fatica ad associare il concetto di motociclismo con la voglia di fare del bene. Lo dico spesso nei miei interventi. Per chi è motociclista, la moto diventa lo strumento per esaltare uno stato d’animo: la voglia di libertà, di vivere, di conoscere, di attraversare dei territori e di viverli. Ma anche questo salutarsi tra sconosciuti, quando si va in moto, perché siamo accomunati da una passione. Poi ci sono tantissime iniziative: potremmo stare qui, ore e ore, a raccontare di molti sodalizi e società sportive che si occupano anche di attività verso chi ha più bisogno. Non ne facciamo un proclama, però ci sono delle associazioni che veramente hanno una sensibilità verso chi è in difficoltà. L’anno scorso ci eravamo lasciati dicendo che la moto è un simbolo di libertà, ma oggi aggiungiamo che la moto è anche un simbolo di fratellanza e di amicizia tra i popoli».
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