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Gli auguri di Natale del vescovo : «Un evento sempre nuovo»

Gli auguri del vescovo Guido per Natale. Il 6 gennaio verrà presentata la Lettera di indizione della visita pastorale.

Eccellenza, che cos’è il Natale per lei?

«Un evento che capita ogni anno ed è nuovo ogni anno; è diverso perché ogni volta il Signore presenta agli occhi della mia anima qualche aspetto nuovo che non avevo considerato a sufficienza. Quest’anno per me il Natale è segnato dallo stupore di incontrare il Figlio di Dio in una grotta e dentro una mangiatoia: un ingresso dalla porta di servizio per il Creatore dell’universo, assolutamente impensabile, inconcepibile. Viene quasi da sgridarlo e dire: “Signore, adesso non esagerare… non potremo mai capire che sei il Figlio di Dio se fai così!”».

Questo che cosa ci dice?

«Che Dio ha trovato un modo di rimettere a posto le cose che non è il cancellino o il colpo di spugna. Al contrario, ha trovato un modo che passa attraverso le cose imperfette e giunge al bene. Questo è sorprendente: Dio dimostra che Lui è Creatore proprio in questa straordinaria opera di far passare le cose dalla morte alla vita».

Come si può far memoria di tutto questo, visto che il Natale porta con se numerosi aspetti di distrazione?

«Il Natale è qualcosa che è nato per fare memoria, solo che noi lo abbiamo sviato. Farsi dei regali è sottolineare la gratuità del dono di Dio che viene tra gli uomini, l’abbondanza dei frutti dell’albero della vita sono rappresentati dalle palline dell’albero di Natale. Spero che i cristiani abbiano fatto
il presepe nelle loro case; ciascuno davanti al presepe può trovare quel momento solitario, silenzioso, tranquillo, in cui contemplare ciò che ha fatto Dio venendo tra gli uomini in questo modo».

Il Natale “chiude” il 2017 e ci proietta in un anno nuovo. Che cosa succederà in Diocesi?

«La prima cosa che succederà sarà la visita pastorale, di cui ho anche parlato nella lettera pastorale. Non vuole essere un momento segnato dalla prevalenza della celebrazione come qualcosa di straordinario: ho detto che mi recherò a fare la visita “in nigris” perché voglio inserirmi nella quotidianità delle parrocchie. E dunque parteciperò a cose che già ci sono; non si organizzerà qualcosa apposta per me, ma parteciperò
ad attività che già ci sono».

Quindi non è una sorta di “ispezione”?

«No! È un condividere, è un andare a conoscere le comunità, è un condividere un tratto di cammino con loro e nella loro quotidianità. È un farsi compagno di strada, come Gesù ha fatto con i discepoli di Emmaus».

Che cosa vorrebbe evitare?

«Una visita in cui si organizzano per il vescovo una serie di cose, di incontri e di eventi che danno l’idea di una parrocchia estremamente attiva, mentre in realtà poi dietro c’è poco. Tante volte ho visto, per l’occasione, mettere su gruppi che non esistevano: non con lo scopo di ingannare il vescovo, ma cogliendo l’occasione della visita per dare vita a qualcosa di nuovo che tuttavia,
immancabilmente, passata la visita moriva nonostante le buone intenzioni. Non è la visita l’evento che fa fare un cambio pastorale; ma è semplicemente il vescovo che viene nella quotidianità». La prima zona interessata alla visita è Valenza.

Quando si parte?

«Il 6 gennaio presenterò la Lettera di indizione della visita pastorale e la preghiera della visita in Cattedrale alle ore 18, al Pontificale dell’Epifania. Quel giorno saranno presenti tutti i rappresentanti delle parrocchie della diocesi per comunicare la presenza della comunità a un gesto significativo che apre un cammino della diocesi. Da lì in avanti comincerà con molta semplicità la visita del vescovo nella quotidianità della vita delle parrocchie. Questo fino ad aprile. Dopo la pausa estiva ripartirò dalla zona Fiumi, e nel 2019 visiterò le altre due zone».

C’è un augurio che vuole fare a tutti?

«L’augurio che vorrei fare a tutti è quello di vivere un Natale conscio. Conscio del fatto che Gesù è venuto nel mondo con questo stile nascosto, di servizio e ha vissuto, più che uno straordinario ministero eclatante, una disarmante quotidianità da falegname per tanti anni. Io spero che la visita pastorale aiuti a recuperare queste dimensioni che in fondo sono natalizie. Non a caso la visita inizia nel tempo di Natale!».

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