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Il punto di vista – Le orme sulla sabbia

«Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore…». Il sogno descritto è della poetessa – scrittrice Margaret Fishback Powers, canadese, inserito nel libro pubblicato in inglese nel 1993 e poi tradotto in portoghese, spagnolo, francese, tedesco e giapponese. In Italia è uscito nel gennaio 2005. La scrittrice compose l’opera nel 1964 a Echo Lake Youth Camp, in Kingston (Ontario) durante un fine settimana nel quale si celebrava il giorno del Ringraziamento.

Penso a queste parole mentre cammino sulla sabbia e ammiro il mare. La vita passa e ogni giorno mi accompagna Gesù, amico discreto, fedele e misericordioso. Io cerco d’incontrarlo nell’amica disabile, bisognosa di solidarietà e soprattutto di affetto; nel carcerato che vuole dare un nuovo senso alla sua vita tribolata; nel volto sospettoso dell’incredulo che attende un barlume della Luce che salva; nell’infelice lamentoso e nell’eterno insoddisfatto che si pone mille perché… Incontri quotidiani con Lui che m’invita a guardare con occhi attenti per scoprire le piaghe del mondo. “Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: «Signore, io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me. Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?». Anch’io ho parlato così al Signore e addirittura l’ho rimproverato d’avermi abbandonata! Non più insieme lungo la strada, non più quella tenerezza e quella consolazione di cui avevo tanto bisogno… Signore perché? Dove sei?

Nella desolazione del giorno e nel buio della notte ti ho cercato, ma ho trovato solo silenzio. Tu non c’eri! “E Lui mi ha risposto: «Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio». Io figlia, creatura fragile e imperfetta, ho dubitato del tuo Amore. Mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa! Signore, ti prego, rendi forte la mia fede, affinché non cada più nel labirinto delle emozioni che mi hanno allontanata dalla tua Via, Verità e Vita. Quando è necessario portami in braccio perché solo così sto bene e in pace. Ma, quando posso, anche con piedi e gambe doloranti, fammi camminare vicino a te.

Adriana Verardi Savorelli

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