Alcuni suggerimenti di Massimiliano Cavallo, esperto di “public speaking”
Videochiamate tra parenti, amici, colleghi ma anche video su YouTube per comunicare i propri messaggi, di qualunque natura: professionisti che parlano della loro attività, messaggi motivazionali, docenti che registrano lezioni per i propri alunni.
«Uno degli strumenti che ha visto un vero e proprio boom da quando è iniziata l’emergenza sono i video» racconta Massimiliano Cavallo (nella foto), uno dei maggiori esperti italiani di “public speaking”, ideatore del “Metodo public speaking top” e autore del libro “Parlare in pubblico senza paura” (Anteprima Edizioni).
«Per molti si è trattato del debutto con uno strumento del genere» dice Cavallo. «E non solo per chi fa impresa: basti vedere i risultati esilaranti di alcuni sindaci alle prese per la prima volta con la comunicazione in video. Questa crescita ha messo finalmente in evidenza quanto sia stato trascurato questo strumento e quanto, invece, sia di fondamentale importanza».
La scarsa esperienza con i video ha fatto emergere qualche lacuna nello sfruttare questa modalità di comunicazione. «Molte persone si concentrano sugli strumenti tecnologici, e non sul messaggio che devono comunicare» spiega l’esperto. «Spesso l’eccessiva attenzione verso il numero di visualizzazioni fa perdere di vista anche l’importanza di raggiungere il proprio target» aggiunge. «Un altro dei problemi frequenti è che le persone cercano di emulare altri, perdendo così in naturalezza. Altri errori sono: frasi troppo lunghe, un linguaggio troppo tecnico, un inizio che non attira l’attenzione».
Ma questo non deve scoraggiare. Basta infatti seguire qualche accorgimento per rendere più efficace la propria comunicazione in video. Per questo Massimiliano Cavallo ha stilato una sorta di decalogo per video public speaker provetti:
- prepara una strategia di contenuti e un calendario di pubblicazione dei video;
- seleziona i canali di pubblicazione, perché devi analizzare il tuo target e capire quali social utilizza;
- evita distrazioni visive: cerca di avere uno sfondo neutro o un banner brandizzato;
- all’inizio del video rispondi subito alla domanda più importante: “Perché devo guardare il tuo video?”;
- inizia attirando l’attenzione: con una citazione, mostrando una scritta su un foglio o un oggetto, ovviamente in linea con quello che sarà il tuo contenuto;
- fai attenzione alle pause, varia il ritmo e cerca di non avere un tono monocorde: articola bene le parole e fai attenzione agli intercalari;
- il movimento delle mani è come il grassetto in un testo: evidenzia un passaggio. Ma troppi “grassetti” creano confusione e distrazione: non restare immobile ma non gesticolare troppo;
- il tuo video deve sempre avere una call to action, ovvero fare agire il tuo utente. Può trattarsi anche solo di lasciare un like, oppure puoi indirizzarli al tuo sito web o pagina Facebook;
- racconta storie: hanno il potere di farsi ascoltare e di sedimentarsi nella memoria,
- usa un linguaggio chiaro e semplice ma non banale. Per un certo tipo di target può essere infatti importante un linguaggio tecnico.
Che cosa suggerirebbe nello specifico ai docenti per fare video che catturino l’interesse degli studenti? Ci potrebbe dare dei consigli specifici per i professori?
«I consigli già indicati possono essere utili anche per i video dei docenti. Se si tratta invece di una video lezione in diretta possono intervallare la lezione con brevi filmati, mostrare immagini o far vedere un oggetto nelle proprie mani: il tutto deve essere attinente al tema trattato. Una modalità che funziona può essere mostrare un oggetto all’inizio della lezione e non svelare subito il suo legame con l’argomento. Ciò porterà ad aumentare l’attenzione in attesa del momento in cui si sveleranno le connessioni. Se si segue un libro di testo, è buona norma far leggere brevi brani a diversi alunni, ed è sempre valido il suggerimento di interrompere di tanto in tanto la lezione facendo domande agli alunni per verificarne l’attenzione: i ragazzi vanno sempre chiamati per nome e coinvolti nella lezione».
Zelia Pastore