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Il commento di Cassiodoro ai Salmi

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Flavio Magno Aurelio Cassiodoro fu un letterato calabrese del VI secolo d. C. che si cimentò anche nella vita politica dell’Impero romano come questore, console e ministro. Fallito il tentativo di conciliare le antiche tradizioni con quelle dei Goti, si ritirò a vita privata fondando un monastero a Vivarium, nei pressi della natia Squillace.

Lì si dedicò alle traduzioni dal greco e alla composizione di opere, tra cui un commento ai salmi, appena pubblicato da Jaca Book con il titolo “È il Signore!” (pp 875, euro 40). Il ponderoso volume porta a compimento la serie di sei tomi dedicati proprio al salterio. L’introduzione, la traduzione dal latino e le note sono dell’arcivescovo Antonio Cantisani, emerito di Catanzaro-Squillace.

L’attuale Pastore, il metropolita Vincenzo Bertolone, nello scorso febbraio ha introdotto la causa di beatificazione di Cassiodoro, invitando i fedeli a pregarlo chiedendo grazie. La sua spiritualità è fortemente cristocentrica, tanto che sostanzialmente riconduce ogni salmo a Gesù come profezia e manifestazione della sua gloria. Ad esempio, lo «scettro di ferro» del salmo 2 viene interpretato come lo stile di governo del regno di Cristo, che «abbatte per [dare] la vita, un bastone che sostiene i deboli, un mezzo che da morti fa diventare vivi. Secondo il senso comune è detto scettro, perché con la sua forza sia capace di reggere e impedisce di cadere a quanti vi si appoggiano» (p. 29).

Il contesto in cui si muove il commento è sempre ecclesiale. Così, a proposito del salmo 71, viene istituito un parallelo. «La luna è giustamente paragonata alla Chiesa, che non ha uno splendore suo proprio, ma lo riceve in un certo modo dal sole» (p. 130). Così la Chiesa non trae la forza dal proprio potere, dal proprio prestigio, dai propri appoggi mondani ma dal lasciarsi illuminare dalla luce dello Spirito del Signore risorto.

La vita cristiana non va inteso come un percorso di successi, quasi che la fede renda immuni dalle difficoltà della vita, che non debbono però spegnere la speranza: «non dobbiamo essere preoccupati, dal momento che nessuno che ci combatte è così forte come colui che ci difende» (p. 338).

Insomma, le parole del Servo di Dio Cassiodoro travalicano i secoli per farci assaporare la Scrittura. Certo, non vengono utilizzate le moderne tecniche esegetiche ma non per questo la Parola risuona con meno forza nel cuore dei lettori.

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