A Natale tante iniziative
di solidarietà verso il 2021
Il “Grazie” della Caritas
È stato un anno difficile. Un anno che ha acuito le difficoltà economiche e sociali e aumentato la solitudine delle persone in condizioni di disagio. Un anno nel corso del quale abbiamo dedicato molte risorse all’adeguamento dei Servizi che Caritas rivolge ai più fragili, in conformità alle direttive emanate per contrastare la diffusione del Covid-19.
A partire dai primi mesi dell’emergenza sanitaria sono costantemente aumentate le persone che si rivolgono ai nostri servizi. È cresciuto, infatti, il numero degli utenti del Centro di Ascolto diocesano che hanno ricevuto un sostegno: un pasto caldo, un aiuto economico, un pacco alimentare. Prima della pandemia molte delle persone accolte non si trovavano in una situazione di povertà estrema cronica o erano del tutto sconosciute ai nostri servizi.
Da marzo 2020 i pasti preparati dalla mensa “Tavola Amica” sono stati consegnati in confezioni “da asporto” ad un numero di persone sempre crescente. Sono state registrate, inoltre, nuove richieste di accoglienza presso l’Ostello maschile alle quali non sempre è stato possibile far fronte nell’immediato. Sta per concludersi un anno impegnativo e complesso nel corso del quale la Caritas non avrebbe potuto rispondere alle tante fragilità incontrate senza la grande solidarietà manifestata da tutta la comunità alessandrina attraverso varie iniziative.
Grazie, dunque, a tutti coloro che in questo periodo così buio hanno rivolto un pensiero ai più fragili. Grazie a chi ha fatto una donazione, anche piccola. Grazie a chi ci ha offerto alimenti e beni di prima necessità.
Grazie a tutti coloro che hanno deciso di dedicare il proprio tempo ai poveri. Grazie per la fiducia che avete riposto in noi, che, con cura, abbiamo custodito i beni che abbiamo dedicato agli ultimi. Continuiamo, tutti insieme, a camminare al fianco di chi fa più fatica. Insieme abbiamo fatto molto, ma tanto resta ancora da fare.
Clicca qui per leggere la lettera del Vescovo agli operatori della carità per il Natale 2020
Padre Daniele Noè: «La fede ci fa vedere Gesù nell’altro»
«Diamoci pure del tu». Comincia così la nostra intervista a padre Daniele Noè, Delegato vescovile per la Carità nella nostra diocesi. Gli abbiamo chiesto di raccontarci qualcosa su questa sua attività e di offrirci uno sguardo sul 2021 che ci aspetta.
Padre Daniele, da quanto tempo sei Delegato per la Carità? Che bilancio puoi fare della tua esperienza?
«Ricopro questa carica da circa un anno e mezzo, precisamente dal maggio 2019. Il bilancio è positivo, stiamo cercando di creare un percorso di solidarietà insieme ai nostri volontari, in stretta collaborazione con il direttore della Caritas, Giampaolo Mortara, e al presidente dell’associazione Opere di giustizia e carità, Roberto Massaro».
In questo anno e mezzo di mandato cosa ti ha colpito di più?
«Sicuramente mi ha colpito la volontà di tante persone di mettersi al servizio di chi ha bisogno. In questo momento di pandemia, in particolare, ho visto grande attenzione verso le realtà più fragili».
Che cosa ti ha commosso maggiormente?
«Mi ha commosso soprattutto il primo lockdown, con tante persone che si sono riversate in Caritas per consumare il pasto. Tanti venivano a cercare non solo l’alimento ma anche sostegno umano».
Di cosa c’è bisogno nel 2021 secondo te?
«Secondo me possiamo incrementare ancora di più l’aiuto reciproco, basandoci su ciò che ci dice papa Francesco, il quale ci invita ad attuare una solidarietà condivisa. Infatti, c’è il rischio che l’aiuto verso il prossimo sia solo un momento sporadico; invece la solidarietà deve essere un gesto di comunità, a cui ci richiama anche la Lettera pastorale del nostro vescovo».
Cosa chiede la carità alla nostra fede?
«La carità chiede alla nostra fede tanto amore: non è scontato che il fare carità sia legato al vedere Gesù nel nostro prossimo. Anche qui potremmo accennare a ciò che ci dice papa Francesco nella “Fratelli tutti”, ovvero che “solo con uno sguardo il cui orizzonte sia trasformato dalla carità, che lo porta a cogliere la dignità dell’altro, i poveri sono riconosciuti e apprezzati nella loro immensa dignità”».
Si può fare la carità anche senza fede, ma la fede dà qualcosa in più, quindi?
«Esatto, la fede ci fa fare un salto di qualità, ci fa vedere Gesù nell’altro. Lo dice anche Gesù stesso: “Ciò che avete fatto a un fratello più piccolo, l’avete fatto a me”».