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La Caritas non si ferma e continua a tendere la mano verso chi è in difficoltà

«Nell’emergenza aumentano i bisognosi che ci chiedono aiuto»

«Il modo di stare al fianco dei più poveri è stato stravolto. Nel quotidiano, lo stare accanto a loro era fatto di contatti, relazioni e ascolto: i colloqui si svolgevano faccia a faccia, c’era chi necessitava di un accompagnamento fisico in un determinato posto, ma anche in mensa e nei punti di accoglienza i contatti erano ovviamente più stretti. Il nostro servizio è sempre stato un essere fisicamente “con” e “tra” i bisognosi. Questa situazione fa impressione…». Così Giampaolo Mortara, direttore della Caritas diocesana, ci racconta questo particolare momento d’emergenza sanitaria che sta colpendo tutti.

Così, anche chi si occupa di carità ha dovuto modificare i propri servizi: «Non accogliamo più i bisognosi all’interno della mensa, ma consegniamo loro un sacchetto con il cibo confezionato, e lo consumano nella propria casa o sotto un tendone nel cortile. Prima il pranzo in Caritas era anche un momento conviviale in cui i bisognosi entravano in relazione tra di loro e con i volontari. Adesso si è tutti più freddi, e si mangia girati di schiena per evitare i contatti» aggiunge il direttore.

Non solo il servizio della mensa è cambiato. «Nei centri di ascolto non possiamo più accogliere nessuno, quindi stiamo tenendo attivo questo servizio attraverso chiamate e videochiamate. Mentre per le strutture di accoglienza ci siamo messi in moto sin da subito con presidi e materiale disinfettante. Nei dormitori si sono attuate tutte le procedute di distanziamento sociale e abbiamo bloccato le nuove ammissioni. Attualmente abbiamo 21 uomini, 16 donne e 5 minori che rimangono nella struttura durante tutto il giorno. A loro stiamo fornendo tutti i presidi sanitari necessari, aiutandoli anche a superare lo sforzo per questa convivenza “forzata”».

Ai più poveri, che abitualmente frequentano i locali di via delle Orfanelle 25, si sono aggiunti coloro che sono in ginocchio per la difficile situazione economica: «L’afflusso alla mensa è aumentato del 30%: se prima offrivamo circa 60 pasti, adesso sono più di 90. Così anche le richieste dei pacchi viveri. Tante persone che in questo momento non hanno da mangiare, e vanno proprio a cercare l’essenziale. Per questo stiamo sostenendo, attraverso l’aiuto della Protezione civile, più di 300 famiglie».

Le richieste sono molte e la Caritas ha bisogno di aiuto, ci spiega Mortara: «In maniera silenziosa, realtà associative e parrocchiali sono sempre state accanto alle famiglie bisognose. Tante di queste hanno avuto una battuta di arresto: le persone che facevano volontariato, anche chi ha qualche anno in più, giustamente hanno deciso di sospendere queste attività. Ma vedo che alcune parrocchie si stanno riorganizzando, c’è la voglia di fare del bene a chi sta peggio di noi». In queste settimane sono stati tanti a donare: dalle aziende alle imprese, ma anche i privati cittadini che, compatibilmente con gli spostamenti, hanno portato un po’ di spesa in Caritas.

Oltre all’aspetto economico spaventa anche lo stato di salute dei più poveri: «All’interno delle strutture per ora non abbiamo avuto situazioni legate al Covid-19. Chi, in questo senso, si sta muovendo è l’associazione “Comunità San Benedetto al Porto” di Alessandria che continua a monitorare i senzatetto durante la notte, portando beni di prima necessità e misurando la febbre».

Questi enormi cambiamenti per la macchina operativa della Caritas rappresentano una sfida per i prossimi mesi. «C’è la voglia di iniziare un nuovo percorso di supporto, che non sarà uguale, ma che deve continuare a trasmettere quel calore umano che i nostri volontari donano» l’augurio di Mortara.

Tutti possono aiutare

Puoi fare la tua donazione
tramite bonifico intestato a: Opere Giustizia e Carità ODV
Iban: IT 47 R 02008 10400 000103784649
Causale: emergenza Coronavirus

I ristoratori e le aziende che hanno a disposizione alimenti, possono accordarsi per la consegna chiamando il 335 701 6944.
È attiva anche la raccolta di beni di prima necessità: compatibilmente con i vostri spostamenti, è possibile portarli in via delle Orfanelle, 25 – Alessandria.

Alessandro Venticinque 

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