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«Tutti possiamo essere missionari, anche stando nella nostra città»

Giornata Missionaria dei ragazzi 2021

Come ogni anno, il 6 gennaio, nel giorno dell’Epifania, si è svolta la Giornata missionaria dei ragazzi (Gmr) organizzata da Missio Ragazzi, settore della Fondazione Missio che si occupa dell’animazione missionaria dei più piccoli. Lo slogan per l’edizione del 2021 (nella festa dell’Epifania o in una domenica di gennaio, a discrezione dei parroci) è “Orchestriamo la fraternità”. E proprio al significato profondo di “fraternità” i più piccoli, guidati dalle proposte delle comunità, sono chiamati a riflettere.

Ma quella della Giornata è una lunga storia che parte nel lontano 1843: il vescovo francese, monsignor Charles de Forbin-Janson, dopo aver letto che in Cina molti bambini morivano di fame, senza aver ricevuto il Battesimo, decide di coinvolgere i ragazzi della Francia, tramite preghiere e offerte, per aiutare i loro coetanei cinesi. «Un’Ave Maria al giorno, un soldino al mese», l’impegno proposto dal vescovo di Nancy. Molti altri Paesi aderirono al progetto, così il 3 maggio 1922 papa Pio XI riconobbe l’Opera come Pontificia. Ma solo nel 1951 venne celebrata per la prima volta, per volontà di papa Pio XII, con il nome di “Giornata mondiale della santa infanzia”.

A 70 anni dalla prima edizione, anche quest’anno, nonostante tutte le difficoltà della pandemia, la Giornata si è svolta regolarmente. A raccontarci meglio il tutto è don Valerio Bersano (In foto qui sotto), già parroco per 21 anni in Santa Maria di Castello ad Alessandria, ed attuale Segretario nazionale delle Pontificie Opere Missionarie.

Don Valerio, su cosa si basa la Giornata missionaria dei ragazzi 2021?
«Il tema di quest’anno “orchestriamo la fraternità”, prende spunto dal messaggio di papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2020 e dal cammino triennale sui temi che partono dal Battesimo, la Fraternità per poi completarsi nella Testimonianza e Profezia che toccheremo nel prossimo anno. Attraverso la locandina della Gmr abbiamo cercato di descrivere i ragazzi missionari che si adoperano per la fraternità, come dei giovani suonatori provenienti dai cinque continenti. Questi elementi insieme formano una grande orchestra che coinvolge tutti: infatti, ciascuno è chiamato a “suonare” la propria parte e a dare il meglio di sé, seguendo il Maestro Gesù, sullo spartito che è il Vangelo. Inoltre, il tema di quest’anno si colloca molto bene nella recente enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”».

Qual è l’obiettivo di questo particolare appuntamento?
«L’obiettivo principale della Giornata è quello di coinvolgere e sensibilizzare i ragazzi affinché siano anche loro missionari. Quattro sono i pilastri su cui si formano i ragazzi missionari: il primo è la preghiera, con i ragazzi e per i ragazzi di tutto il mondo. Il secondo pilastro riguarda la condivisione e la solidarietà concreta per i progetti legati a territori di povertà, dove sono presenti i cristiani. Progetti tutti realizzati in luoghi di formazione come scuole, oratori e collegi che quest’anno sono stati attivati per ogni continente: per l’Africa un progetto in Burkina Faso, per l’Asia in Cambogia, per l’America Centrarle ad Haiti, per l’Oceania in Papa Nuova Guinea, e per l’Europa in Albania».

Il terzo e il quarto?
«Il terzo è sicuramente l’annuncio del Vangelo da parte dei ragazzi ai loro coetanei. Un annuncio di gioia che arriva da ogni parte del mondo grazie all’incontro con Gesù. L’ultimo pilastro, che vediamo ben rappresentato nel manifesto, è la fraternità: si cerca di creare unità con gli altri ragazzi, perché non esiste un ragazzo missionario chiuso e isolato dagli altri».

Ecco, ma si può essere missionari pur non uscendo dal proprio Paese?
«I ragazzi missionari sono tutti i ragazzi ed i giovani che sanno avere uno sguardo aperto verso i propri coetanei. La presenza di “Missio ragazzi” non rappresenta un’alternativa, perché non è un gruppo o un movimento; i piccoli missionari sono tutti coloro che hanno ricevuto la grazia di incontrare Gesù e decidono di condividere questa incontro, con gioia. Quando pensiamo a un missionario ci viene naturale collegarci a tutti coloro che si sono messi in viaggio per un servizio lontano, ma non è così. Missionario è colui o colei che condivide la propria fede con il proprio stile, con la gioia che proviene dal Vangelo. Chi annuncia Cristo con la vita, senza troppe parole, ma con scelte convinte e fondate sul Vangelo, contribuisce a far crescere la fraternità. Ecco, questo è un autentico missionario».

In che modo è possibile avvicinarsi al mondo delle missioni?
«L’identità missionaria è inserita nel nostro battesimo. Vi sono piccoli ma preziosi aiuti per le comunità cristiane grazie anche ad alcune riviste come i mensili: “Il piccolo missionario” o “Ponte d’Oro” dove viene raccontato il mondo missionario in varie sfaccettature. Molte attività dell’Azione Cattolica ragazzi, degli Scout o delle comunità parrocchiali sono realizzate attingendo proprio da questi materiali. Il messaggio importante da far passare è uno solo: tutti possiamo essere missionari, anche stando nella nostra città. Perché missionari è un modo di essere, significa annunciare il Vangelo con gioia».

Alessandro Venticinque

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