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Missioni valenzane: uniti è meglio

Giornata missionaria mondiale

«Siamo tutti invitati a “uscire”, come discepoli missionari, ciascuno mettendo a servizio i propri talenti» scriveva il Papa in occasione della Giornata Missionaria del 2016. Questo spirito di “uscita”, di apertura opposta alla chiusura, sembra poter essere il filo rosso del progetto missionario delle parrocchie di Valenza. Nella canonica del Duomo abbiamo incontrato alcuni membri del gruppo missionario che aiuta le opere di sacerdoti in Africa e in Brasile: Marco Ferrario, Marilena Moretto, Andrea Assini, Domenico Langianese e Alberto Chiariotti.

Accompagnati ovviamente da don Giuseppe Bodrati, parroco della comunità di Valenza, che ha fatto gli onori di casa: «Siamo orgogliosi di poter dire che per il primo anno i tre gruppi missionari che erano presenti si siano uniti in un unico complesso interparrocchiale». Come ci spiega infatti anche Marco, solo da quest’anno «tutte e cinque le parrocchie valenzane collaborano insieme allo stesso progetto all’interno di un unico gruppo missionario, mentre prima c’erano tre gruppi e ognuno si occupava di portare avanti attività separate seguendo una missione in particolare».

Tre sono infatti anche i sacerdoti missionari a cui si interessano le azioni del gruppo: padre Pasquale Forin in Brasile, padre Filippo in Togo, padre Antonio in Camerun. Marco ci dà anche qualche cenno riguardo alla storia del gruppo missionario valenzano: «Facciamo parte del Polo della Carità, creato da don Marasini circa tre anni fa e continuato da don Bodrati oggi, anche se le attività sono state sospese per un po’ a causa del Covid-19. Prima del Polo della carità avevamo comunque già organizzato iniziative benefiche come la vendita di torte in aiuto delle missioni, soprattutto quella di don Filippo in Togo, e anche una pesca di beneficenza per la missione in Kenya, iniziata molto tempo fa da don Ezio Vitale».

I valenzani hanno ben impresso nella memoria don Ezio, vero pioniere delle missioni a Valenza, che ha dato l’input ai progetti missionari di altri sacerdoti negli anni seguenti. Come ci dice Marilena, «è stato il primo a Valenza a eseguire missioni in Africa ed è morto durante la sua missione a Kathonzweni (nel 1985, ndr), in Kenya, schiacciato da un albero caduto sulla chiesa in cui stava celebrando la Messa».

In concreto, il gruppo si occupa di aiutare economicamente le missioni dei tre sacerdoti organizzando eventi benefici e vendite, cercando il più possibile di coinvolgere tutta la comunità. In occasione della Giornata missionaria mondiale di questa domenica 18 ottobre, il gruppo proporrà una vendita di torte il cui devoluto andrà proprio a queste missioni supportate dalle parrocchie di Valenza. «Le persone si sensibilizzano facilmente», ci spiega Marco. «Consegniamo depliant ai fedeli e durante la Messa di domenica scorsa abbiamo parlato della Giornata missionaria mondiale del 18 ottobre e dei progetti del Polo della Carità, ispirandoci al titolo del messaggio papale: “Eccomi, manda me”».

Quali sono i progetti per il prossimo futuro? «L’obiettivo» risponde Marco «è cercare di agire in comunione con tutte le cinque parrocchie di Valenza, lasciando da parte i campanilismi di sorta. Questo, d’altronde, è il compito che sta portando avanti lo stesso don Giuseppe fin da quando è arrivato qui a Valenza, cioè ricondurre a unità le comunità valenzane pensandole tutte insieme». «Quando si parla di beneficenza non ci sono bandiere e non esiste ceto sociale o credo politico» aggiunge Andrea «ma si va oltre tutto ciò». «Anche noi stessi impariamo a collaborare e a ragionare in maniera differente dal solito» conclude Ferrario.

Marco Lovisolo

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