“Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli”
Mai come quest’anno la celebrazione della Giornata mondiale del malato è collegata all’esperienza drammatica dell’emergenza sanitaria che attraversa le nostre vite, portando paura, isolamento, dolore, lutti. Tutti abbiamo cambiato le consuetudini della nostra esistenza, delle relazioni con gli altri, soprattutto verso i più fragili, gli anziani, i malati. Da molti mesi ammiriamo la dedizione di chi è chiamato in prima linea ad offrire la propria competenza professionale, il proprio servizio generoso nel volontariato, spinto spesso anche dalla propria fede. Tutti impegnati a lavorare, in modi diversi, per salvare la vita di tantissime persone, a volte, a costo di perdere la propria: medici, infermieri, operatori sanitari, farmacisti, cappellani di ospedali, volontari. Proprio nei mesi più bui dell’isolamento, poi, è cresciuta la solidarietà tra singoli, famiglie, condomini, quartieri, paesi.
Il versetto evangelico che fa da sfondo alla Giornata 2021, ci ricorda proprio che anche nella sofferenza noi siamo tutti fratelli ed è tratto dal Vangelo di Matteo: “Uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli” (Mt 23,8). Siamo chiamati a ricordarci di essere tutti fratelli, legati nel bene, nelle gioie e nelle speranze, ma anche nella fragilità umana e nella malattia: la sofferenza non è estranea a nessuno, ci collega gli uni gli altri, curati e curanti, incrocia quotidianamente anche la nostra vita di fede.
Proprio come discepoli dell’unico Maestro, ancor più in questo particolare periodo, così segnato dalla fragilità collettiva della famiglia umana, siamo invitati a costruire la Chiesa come papa Francesco spesso la immagina: buona samaritana, ospedale da campo, capace di carità, solidarietà e consolazione.
Soltanto camminando insieme, infatti, e imparando a prendersi cura dell’altro che il Signore ci ha posto accanto come compagno di viaggio, si possono condividere e alleviare i disagi della sofferenza, rompendo quel circolo vizioso che dalla malattia conduce spesso all’isolamento e alla solitudine. Papa Francesco nel messaggio di quest’anno ci ricorda proprio che «una società è tanto più umana quanto più sa prendersi cura dei suoi membri fragili e sofferenti, e sa farlo con efficienza animata da amore fraterno. Tendiamo a questa meta e facciamo in modo che nessuno resti da solo, che nessuno si senta escluso e abbandonato».
Gesù, nella pagina di Matteo, mette in evidenza una tentazione che si rischia di correre di fronte alle persone fragili: sentirsi maestri e guide, giudicare, assumere un atteggiamento paternalistico. Spesso questo accade, pur in buona fede, quando si tratta di relazioni che sono di loro natura asimmetriche, come quelle che si instaurano tra i malati e le persone che si fanno carico della loro cura.
Oggi vogliamo invece ricordarci uno solo è il nostro Maestro e noi siamo tutti fratelli: l’unico volto da assumere di fronte a chi soffre è proprio quello della sorella e del fratello che condivide la stessa fragile esistenza e non ha nulla da insegnare. «Davanti alla condizione di bisogno del fratello e della sorella – scrive papa Francesco nel suo messaggio – Gesù offre un modello di comportamento del tutto opposto all’ipocrisia. Propone di fermarsi, ascoltare, stabilire una relazione diretta e personale con l’altro, sentire empatia e commozione per lui o per lei, lasciarsi coinvolgere dalla sua sofferenza fino a farsene carico nel servizio».
Gesù, però, non è Maestro soltanto per coloro che si prendono cura dei fratelli ammalati, ma lo è anche per coloro che sono chiamati a vivere il mistero della sofferenza. Dalla “cattedra” della croce, Cristo, caricandosi di tutte le nostre sofferenze, ci insegna a sperare contro ogni speranza, anche quando la salute viene meno e la prova ci pare troppo dura, terribile e angosciosa. Gesù ci insegna a sentire che le mani di Dio sono più forti di ogni malattia e di ogni tentazione che possa sopraggiungere ed abbattersi su di noi.
Clicca qui per leggere il messaggio del Santo Padre Francesco per la XXIX Giornata Mondiale del Malato
don Stefano Tessaglia
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