Il medico sociale dell’Alessandria Calcio
Dottor Testa, quali emozioni si provano in questi giorni?
«Sicuramente le emozioni sono forti. Soprattutto per chi come me, prima di far parte di questo gruppo e aver dato il mio contributo, sono grigio da quando sono nato. Mio padre, infatti, era un grande appassionato e suo fratello, mio zio, è stato vicepresidente e consigliere dall’Alessandria insieme all’avvocato Boidi, nella presidenza Sacco. Proprio nel periodo dell’ultima promozione in Serie B, 46 anni fa…».
Ci credevate davvero all’inizio dei playoff?
«Noi ci contavamo, ma con tutta sincerità preferivo non aspettarmi nulla, onde evitare altre scottature. Ma sono stato contentissimo di sbagliare (sorride). Ce la siamo più che meritata, non abbiamo rubato nulla. Non solo perché Gasbarro ha spagliato e Rubin ha segnato, ma perché loro erano dipinti dalla stampa nazionale come una corazzata, ma noi abbiamo giocato meglio. Giovedì hanno avuto qualche occasione in più, con delle giocate personali penso a Ronaldo e Chiricò. Ma anche noi abbiamo tenuto testa, sfiorando il gol. Ce la siamo giocata bene e giustamente siamo in B. Lo dico perché abbiamo una presidenza che ha sempre investito, anche in questi anni di Covid, e non meritava la Serie C. Con la direzione del nostro presidente siamo andati in semifinale di Coppa Italia, abbiamo fatto diversi spareggi che non sono andati bene, abbiamo vinto la Coppa Italia di Lega Pro. E poi questa promozione che mancava da troppo tempo. Dobbiamo sostenere sempre questa dirigenza, Di Masi ha una passione molto grande, più di quella che si vede da “fuori”».
Da quanto tempo ricopre questo ruolo?
«Ho iniziato quando ero un giovane assistente di chirurgia. Sono partito collaborando con il grande Sergio Viganò, sotto la gestione Calleri, poi con il presidente Amisano e sono rimasto fino al fallimento con Boiardi. Poi il lavoro mi ha allontanato da Alessandria e non riuscivo più a seguire la squadra. Poi l’anno scorso, con l’avvicinarsi della pensione, mi hanno chiesto se ero disponile a collaborare volontariamente. Ovviamente ho accettato, e adesso mi sento grato alla società: questa occasione, importante dal punto di vista professionale, mi ha aiutato ad accettare questa nuova esperienza post lavorativa. Adesso è un impegno importante che continuerò a offrire per questa squadra».
Tornando a giovedì, un amore infinito del popolo grigio…
«Sinceramente non credevo di vedere così tanta gente in piazza, al termine della partita. Tanta sì, ma così no. Questo risultato è importante non solo per la società Alessandria, ma per la città intera, che ha bisogno di aprirsi un po’ e avere delle occasioni diverse. E il calcio è un motore non indifferente, anche dal punto di vista economico. Questa gente cercava la Serie B da anni, la società, mister Longo, i giocatori e lo staff hanno saputo fare gruppo, per realizzare questo sogno. Che adesso è realtà».
La realtà ci parla di Serie B. Che stagione ci aspetta?
«Ci aspetta una bella stagione. È un campionato difficile, molti parlano di una “A2”, proprio perché ci sono squadre che hanno sempre bazzicato nella serie maggiore. Adesso dobbiamo scegliere la nostra identità e sono sicuro che tutto lo staff farà di tutto per farci divertire il prossimo anno. Abbiamo una dirigenza che ci permetterà di fare bene, prima per mantenere la categoria e poi chissà… sognare non costa niente (sorride)».
Alessandro Venticinque
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