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«Ha segnato profondamente la vita della Chiesa e del nostro Paese»

Elisabetta Taverna, Presidente dell’AC diocesana

Parla Elisabetta Taverna, presidente dell’Azione Cattolica della nostra Diocesi.

Elisabetta, chi è per te Armida Barelli?

«Armida Barelli, che nel 1918 fondò la Gioventù Femminile dell’Azione Cattolica, è una figura determinante nella storia dell’associazione. L’ho percepito fin da ragazza, attraverso il racconto appassionato, carico di affetto e gratitudine, delle tante persone della nostra diocesi che nella GF si sono formate e hanno maturato scelte di impegno importanti. È però in questi ultimi anni che, spinta dall’attenzione posta sul processo di beatificazione, mi sono documentata maggiormente sulla sua storia: ho scoperto aspetti che la rendono straordinariamente attuale e confermano che ha segnato profondamente la vita non solo della Chiesa ma del nostro Paese».

In Diocesi che cosa avete immaginato per farla conoscere il più possibile?

«Come Presidenza Diocesana siamo partiti dal proposito di evitare commemorazioni nostalgiche ed eventi eccessivamente onerosi da un punto di vista organizzativo. Con questa premessa, abbiamo invitato le associazioni parrocchiali a condividere un percorso diffuso che ci accompagni simbolicamente fino all’8 dicembre, festa annuale dell’adesione all’AC, composto da appuntamenti semplici e coinvolgenti da vivere a livello locale. Gli spunti offerti dalla testimonianza di Armida Barelli possono essere approfonditi in vari modi: si può spaziare dall’incontro di preghiera a un grande gioco, da una tavola rotonda a una serata di letture e musiche…».

Il materiale che avete predisposto com’è composto, e come può essere utilizzato?

«In base al tipo di iniziativa che si intende realizzare, possiamo fornire indicazioni per attingere agli innumerevoli contributi (articoli, video, interviste) pubblicati dall’AC nazionale, dall’Università Cattolica, dall’Istituto Toniolo. Inoltre abbiamo a disposizione una serie di poster che ripercorrono la vita di Armida Barelli con i quali allestire una mostra che può fare da cornice agli appuntamenti che verranno organizzati».

E le parrocchie come stanno rispondendo?

«La prima a rispondere è stata la parrocchia di Castelceriolo che ha scelto di allestire la mostra su Armida Barelli in occasione della festa patronale, integrandola con l’esposizione del materiale storico dell’AC parrocchiale. Prendendo spunto da questa esperienza risultata particolarmente coinvolgente, anche altre parrocchie ci stanno contattando per mettere in cantiere nuovi appuntamenti dopo l’estate».

Ultima domanda: quanto è stata profetica l’opera di Armida Barelli?

«Ha saputo conciliare in modo sorprendente la capacità di vivere pienamente il suo tempo e di essere innovatrice. Si è spesa per rendere le donne protagoniste, offrendo loro la possibilità di una crescita spirituale e contemporaneamente culturale e sociale. È grazie all’esperienza della GF che tante giovani sono uscite di casa, hanno studiato, hanno assunto ruoli di responsabilità nella Chiesa e nella società. La sua opera, che porta anche alla fondazione dell’Università Cattolica e dell’Istituto delle Missionarie della Regalità di Cristo, promuove la formazione come elemento indispensabile per una partecipazione attiva, basata sulla consapevolezza e non sulle rivendicazioni. È con questo stile che riesce ad unire in un’esperienza comunitaria persone di ogni parte di Italia, che fa maturare tra le associate posizioni nette contro il fascismo, che nel 1946 sollecita le donne a prepararsi a votare per la prima volta. In un tempo complesso come quello che stiamo vivendo, segnato da tante lacerazioni, l’esempio di una “tessitrice di opere” come Armida Barelli è un valore prezioso di cui fare tesoro».

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