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Meno male che Di Masi c’è

“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli

Vediamo di fare un breve riassunto delle puntate precedenti: Luca Di Masi, giunto da Torino sulle sponde del Tanaro al solo fine (a quanto, ad oggi, è dato appurare) di alimentare una consistente passione sportiva, investe una non meglio identificata somma di svariate decine di milioni di euro in circa un decennio per portare l’Alessandria a livelli ai quali mancava da circa mezzo secolo.

L’obiettivo, alla fine, viene raggiunto e l’Alessandria ottiene l’agognata promozione in Serie B ma, nel frattempo, non è solo attesa poiché i Grigi inanellano qualcosa come otto play-off consecutivi (tra cui una finale, persa a Firenze contro il Parma), conquistano la seconda Coppa Italia di Serie C della loro storia (la prima, annata 1973, risaliva alla gestione di Remo Sacco, non a caso il Presidente dell’ultima Serie B) e regalano anche una parentesi di storia con l’approdo, unica formazione di terza serie, alle semifinali della Coppa Italia dei “grandi” contro il Milan.

L’anno scorso, per colpe non prevalentemente sue ma da condividere, più o meno, con Allenatore e Direttore Sportivo, il nostro ha però visto la squadra retrocedere dopo un solo giro di giostra. E quest’anno? Nei mesi scorsi, probabilmente anche stufo dopo avere speso ciò che ha speso e, possiamo immaginarlo, moderatamente disgustato dalle contestazioni, e delle scritte sui muri con tanto di auguri di morte, il patron ha lasciato che si andasse a nozze con i fichi secchi, cioè si compisse l’intero girone di andata con i giovanotti e con una formazione ampiamente raffazzonata condotta dall’ex Allenatore della squadra primavera.

Ciò nonostante, i Grigi hanno chiuso il girone di andata al quintultimo posto in Classifica, discretamente all’onor del mondo, cioè con speranze di salvezza tutt’altro che evanescenti. E adesso? Alla luce dei risultati maturati, e della necessità di rafforzare la squadra Di Masi, ancora una volta, ha messo mano al portafoglio introducendo elementi esperti di qualità come Lamesta, Guidetti, e più di recente, l’attaccante Cori a chiara manifestazione del fatto che il desiderio resta quello di vedere i Grigi sui palcoscenici più degni possibili. Resta una sola domanda: un uomo del genere, merita insulti, minacce e dispetti assortiti?

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