Home / Alessandria / Cultura / Malaga racconta Picasso: dove l’artista è di casa

Malaga racconta Picasso: dove l’artista è di casa

Arte in vacanza

Malaga, seconda città dell’Andalusia dopo Siviglia e capitale economica della Costa del Sol, può vantare di aver dato i natali ad una delle personalità più influenti del XX secolo: Pablo Picasso.
A questo artista poliedrico (fu pittore, scultore e litografo), la sua città ha dedicato un museo in pieno centro storico, nel Palacio de Buenavista, accanto ad un altro imperdibile gioiello da visitare, la bellissima Catedral de la Encarnación.

Inaugurato il 27 ottobre 2003 dal Re Juan Carlos I e dalla Regina Sofia, il museo, che raccoglie in esposizione permanente oltre 200 opere dell’artista, è ad oggi una delle principali attrazioni culturali della città e realizza un sogno dello stesso Picasso che, già nel 1953, voleva che le sue opere avessero un posto nella propria città natale. Il percorso mostra le varie fasi artistiche di Picasso, ben evidenziando i punti di svolta della sua carriera artistica.

Il periodo rivoluzionario fu quello parigino: nel 1900 uno dei suoi quadri era stato selezionato per la sezione spagnola dell’Esposizione Universale di Parigi. Quattro anni dopo, il pittore si trasferì stabilmente nella capitale francese: qui conobbe Henri Matisse, leader dell’avanguardia parigina, e venne instradato ad una innovazione radicale rappresentata dalle celebri opere Les Demoiselles d’Avignon del 1907 e le Tres mujeres (Tre donne) del 1908, che diventarono il punto di partenza del cubismo.

Nel 1911, insieme al suo interlocutore artistico Georges Braque, Picasso aveva ormai sostituito la prospettiva con una impalcatura di linee e la forma organica con piani geometrici, ponendo così le basi dell’arte astratta. Anche le “nature morte” cubiste – riproposte sia in ambito pittorico che scultoreo – rappresentano un punto importante della sua ricerca artistica, dove vari elementi (tavolini, credenze cariche di ciotole di frutta e strumenti musicali) prendono vita con una forza espressiva impetuosa, come nella famosa scultura Copa de absenta (Bicchiere di assenzio) del 1914. Per esprimere luci e ombre della natura umana ma anche le tensioni della guerra civile spagnola degli anni Trenta, Picasso attinse anche alle figure mitologiche, ancestrali: è il caso del Minotauro, che l’artista rappresentò in diverse opere come simbolo della violenza latente insita nella natura umana.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale iniziò un altro periodo molto creativo e dedicato allo studio della figura femminile, che il museo racconta dai primi bozzetti fino all’austera struttura riflessa nei dipinti, per poi passare alla riduzione radicale della forma scultorea, in una metamorfosi perpetua. Per Picasso la pittura e la scultura costituivano un’unica forma d’arte. “La scultura è il miglior commento che un pittore possa fare sulla pittura” affermò l’artista in una conversazione con Renato Guttuso nel 1964.

Per appassionati d’arte ma anche per chi fosse curioso di scoprire il mondo affascinante di Pablo Picasso, questo museo merita senz’altro una visita. Tutte le informazioni e gli orari di apertura sono consultabili sul sito internet ufficiale: www.museopicassomalaga.org/en.

Francesca Frassanito

Check Also

La Tradizione è Innovazione. A Milano arriva Golosaria 2023

Eccellenze del territorio La Tradizione è Innovazione. È questo il tema di Golosaria 2023 in …

%d