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La Misericordia si è fatta Tenda. Sabato e domenica la seconda edizione davanti a Palazzo Rosso

Emanuela Guerci è coordinatrice per i gruppi del Rinnovamento nello Spirito nella diocesi di Alessandria. Rinnovamento, oltre che a livello nazionale, l’anno scorso ha proposto a tutta la diocesi il gesto della Tenda della Misericordia, che riprende un po’ la provocazione di papa Francesco di una chiesa in uscita, in mezzo alla gente. Coinvolgendo nella nostra diocesi tutte le aggregazioni laicali.

Com’è andata l’anno scorso, Emanuela?

Intanto l’anno scorso per me è stata un’esperienza grande di comunione, e ho sperimentato anche come Dio a volte ti mette vicino delle persone importanti per la tua crescita, sia umana che spirituale. Alcune di queste persone si trasformano in amici, e alcuni di questi amici diventano veri e propri fratelli nello spirito. Ho potuto toccare una comunità viva, in festa, una comunità allegra che ha attirato persone di tutti i tipi e di tutte le età. Mi ricordo bene di una ragazza sui trent’anni, che stava passando di lì con le borse della spesa, mentre c’era la testimonianza di due sposi. Aveva fretta, ma era attirata da quello che sentiva e non riusciva ad andarsene. Prendeva le borse e poi le posava di nuovo, e così è rimasta fino al termine dell’incontro. Per me questi sono segni.

E quest’anno come sarà?

La Tenda dell’anno scorso era una “Porta santa” del Giubileo, ma siccome le misericordie del Signore non sono finite, e non è esaurita la sua compassione, ecco che quest’anno abbiamo avuto il desiderio di avvicinare le persone anche al concetto stesso di misericordia…

Qual è il “concetto stesso di misericordia”?

Penso che ci sia un concetto di misericordia che può sembrare un po’ astratto, un po’ lontano. Invece la misericordia è concreta, Dio ci ama con questa concretezza, e la sua misericordia non solo ci raggiunge, ma ci supera anche.

Mi fai un esempio personale?

Sono stata salvata dal Signore da un tumore maligno. E’ piaciuto a Dio darmi più tempo da vivere su questa terra. La sua misericordia mi ha raggiunto e mi ha salvato, ma mi ha fatto anche comprendere che la mia vita non era totalmente donata al Signore.

Da che cosa l’hai capito?

Nel momento in cui sono stata salvata da questo male, la mia fede ha vacillato, e per la paura mi sono chiesta: “Ma dov’è questa mia vita donata a Te?”. Non riuscivo nemmeno a nominare il nome della mia malattia, il sarcoma. Ma il Signore mi ha donato una pace che prima non avevo provato in quel modo, e che è stata capace di allontanare le mie paure. E poi, l’esperienza confidenziale di questa relazione con Gesù, che pensavo di avere ma che ho riscoperto nuova.

In questa riscoperta che ruolo ha avuto la Tenda?

E’ stata un trampolino di lancio in cui il Signore mi lanciava diversi messaggi di esortazione, anche per controllare la mia salute, che sembrava a posto anche se in realtà non lo era affatto. Il Signore ha portato alla luce il male che era nascosto, e che neanche i medici avevano saputo diagnosticare.

Parliamo di quest’anno. Che impostazione avrà la Tenda?

L’impostazione è portare le persone a vivere questo calore della presenza di Dio che accoglie. La misericordia di Dio si è fatta tenda per accogliere tutti i suoi figli, vicini e lontani. Chiama noi a testimoniare la nostra gioia di essere cristiani, oggi, con semplicità e disponibilità. Cristiani gioiosi, perché hanno sperimentato la forza del Vangelo. Il centro della Tenda è il Santissimo. Ci sarà la possibilità di donare un po’ del proprio tempo a Dio, e non solo. Avremo due ceste: una, in cui chiunque potrà lasciare su un biglietto le proprie intenzioni al Signore; l’altra, da cui si potranno prendere dei foglietti con la Parola di Dio.

Come avete pensato tutte queste cose?

Tutto questo è frutto del cammino del discernimento comunitario, che il vescovo ci ha portato a vivere in questi ultimi anni. Io ricordo anche che all’omelia di chiusura della Tenda dell’anno scorso, il vescovo ci aveva indicato un compito: “Imparare ad amare”. E noi delle aggregazioni laicali abbiamo imparato ad amarci anche durante l’organizzazione della Tenda di quest’anno, amando le nostre diversità. Ed è stato bello vedere come altre persone si sono aggiunte al nostro “Comitato Tenda”. Aggiungo un’altra cosa: sono andata a leggere la Liturgia di domenica 21, e mi sono imbattuta nella seconda preghiera della colletta, che recita così: “O Dio, che ci hai redenti nel Cristo tuo figlio messo a morte per i nostri peccati e risuscitato alla vita immortale, confermaci con il tuo Spirito di verità, perché nella gioia che viene da te siamo pronti a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi”. Ecco, questo è il cuore della Tenda.

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