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Le radici della nostra Fede – il Sabato Santo

Il Sabato Santo è il giorno del silenzio e della gioia che precede la solenne Domenica di Pasqua. Fin dal II secolo è il giorno del silenzio, del digiuno e dell’assenza della liturgia, se non per la celebrazione della liturgia delle ore. «Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi» (Antica omelia sul Sabato Santo). La preghiera celebra il riposo di Cristo nel sepolcro, dopo l’innalzamento sulla croce. Cristo scende nel mistero della morte per «annunciare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione» (1Pt 3,19). A proposito della veglia Pasquale S. Agostino si esprime così: «E noi con quanta maggiore prontezza dobbiamo esser desti in questa veglia che è come la madre di tutte le sante veglie e nella quale tutto il mondo veglia!» (Discorso 219). Il sabato, ogni sabato, fin dalle origini, era vigilia domenicale, ma la Vigilia del Sabato Santo divenne presto la «madre di tutte le veglie» con i suoi riti, i suoi linguaggi, i suoi testi biblici e eucologici, i suoi significati. Il rito del fuoco e del cero arricchiscono la Veglia, il racconto della salvezza proposto attraverso le molte letture bibliche alimentano alla mensa della Parola, la possibilità di celebrare i battesimi mostra il profondo significato battesimale della Pasqua e l’offerta del sacrificio eucaristico alimentano al Corpo e Sangue di Cristo. Il senso battesimale scandisce tutta la Veglia in una progressione ascensionale che inizia nel silenzio e nel buio, per concludersi nella gioia e nella luce. La Veglia è introdotta con la benedizione del fuoco e del cero nuovi con il canto del preconio Pasquale. I segni della luce, del calore rompono il silenzio della notte e riportano i fedeli nel clima della veglia. Successivamente inizia la liturgia della Parola, nella quale, attraverso nove letture, si percorre la storia della salvezza dalla Creazione alla passione, fi no al tema glorioso della resurrezione. Segue la liturgia battesimale, con la benedizione dell’acqua, il rinnovamento delle promesse del battesimo, con la possibilità di amministrare i battesimi, come si faceva nella chiesa primitiva. È il momento della frazione del pane: dopo aver salutato la luce nelle tenebre della notte della vita, ascoltato la Parola di salvezza, essere bagnati dall’acqua memoria del battesimo, i fedeli sono pronti a nutrirsi del Corpo di Cristo. Tutta la Veglia Pasquale è una notte illuminata, una notte vinta dal giorno, come mostrano, producono e spiegano l’insieme delle parole e dei gesti che la compongono. Il passaggio dalle tenebre alla
luce esprimendo la realtà del passaggio di Cristo dalla morte alla vita, dal sepolcro alla gloria della resurrezione inserisce i credenti cristiani nel mistero della resurrezione. È la Pasqua del Signore, è la Pasqua di chiunque voglia abbandonarsi alla forza amorosa di Dio che supera il potere della morte, per riportare alla vita vera. È la «madre di tutte le veglie», memoriale della Risurrezione, culmine e fonte della vita cristiana, luce di speranza. Con la resurrezione celebrata nella Veglia Pasquale, si inaugura il Giorno nuovo, giorno di salvezza, giorno di speranza. I credenti cristiani non temono le tenebre della morte, perché la morte odora già di risurrezione.

Don Giuseppe Di Luca

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