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La sede della Banca d'Italia, Palazzo Koch, oggi 21 ottobre a Roma. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Economia&Finanza – Il debito pubblico

Il debito pubblico italiano ha raggiunto 2300 miliardi e chiunque riuscirà a formare una maggioranza dopo le elezioni dovrà fare i conti con questo fardello che diventa sempre più difficile da smaltire. Ma come si crea debito? Ogni anno lo Stato italiano riceve delle entrate attraverso i tributi pagati dai cittadini e ha dei costi relativi alla spesa pubblica (spese per sanità, sicurezza, istruzione, lavori pubblici, ecc…) e agli interessi che deve pagare ai finanziatori  sul debitopregresso.  Se a fine anno le spese sono maggiori delle entrate si crea disavanzo che incrementa il debito dell’anno precedente, in caso contrario, cioè se lo Stato riesce a incassare più di quanto spende, allora si produce avanzo con cui diminuire il debito dell’anno prima. Per ridurre il debito, quindi, o si interviene aumentando le entrate o cercando di diminuire le uscite,  tagliando o ottimizzando voci di spesa pubblica e riducendo l’impatto degli interessi. Solitamente il debito non si valuta come grandezza isolata ma sempre in rapporto al Pil, che misura il valore di mercato delle merci e dei servizi dello Stato e cioè, semplificando, misura la forza economica di un Paese; ne deriva che un Pil elevato può sopportare un debito pubblico consistente. In Italia, tuttavia, il rapporto Debito/ Pil è intorno al 130% , mentre la media dell’ Eurozona si aggira intorno all’88%, decisamente un dato preoccupante.  Da uno studio condotto dal centro studi di Unimpresa, aggiornato a ottobre 2017, negli ultimi 2 anni(2015-2017) il debito pubblico è salito di 116,3 miliardi(+5,35%) e ha registrato una modifica dei sottoscrittori di Titoli di Stato(Bot, Btp e Cct). Infatti in questi anni è aumentata la fetta di debito in mano a Banca d’Italia che ha incrementato di circa 200 mld(+108,81%) l’acquisto di Titoli di Stato nell’ ambito del piano di acquisti(Quantitative Easing) promosso dalla Bce; diminuiscono, invece, le obbligazioni pubbliche in mano a famiglie e imprese(-19,34%), dato da attribuire ai rendimenti bassi di questi anni. Per lo stesso motivo cala lo stock di debito d e t e n u t o dalle banche(-4,87%) e, lievemente, la percentuale detenuta da fondi di investimento e assicurazioni. Oltre un terzo del nostro debito è posseduto da investitori esteri anche se il totale dei Bot e Btp in mano alle grandi Banche mondiali e alle istituzioni finanziarie internazionali ha avuto un calo di 4,5 miliardi(-0,62%) dal 34,10% al 32,17%.

Davide Soro

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