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Vescovo Guido: «Il male non si sconfigge con armi fisiche ma spirituali»

Eccellenza, vogliamo parlare di preghiera. Può iniziare con il dare una definizione di preghiera? Cos’è la preghiera?
«La preghiera è l’espressione della nostra affettività nei confronti di Dio. È uno dei più immediati e istintivi moti religiosi dell’uomo. Al punto che nella Chiesa tendiamo a sottovalutare l’importanza di insegnarla».

A che cosa serve la preghiera?
«È una domanda mal posta. La preghiera nella sua più radicale genuinità, essendo una espressione affettiva, “non serve”: è come se dicessimo: “A che cosa serve fare una carezza?”. Lo dico perché in realtà solitamente intendiamo con preghiera una preghiera di domanda che, come nella nostra vita fisica, è l’inizio del rapporto con Dio. Da bambini la nostra relazione coi genitori, in particolare con la mamma, è una relazione di domanda che esprime il nostro bisogno; analogamente all’inizio della nostra vita spirituale la preghiera è principalmente una preghiera di domanda. Questo non è sbagliato: infatti Gesù quando ci ha parlato della preghiera ci ha insegnato a pregare, quasi esclusivamente, attraverso preghiere di domande, tra cui la principale è il Padre Nostro, che è l’insieme di sette domande; dove sette per gli ebrei è il numero che indica la pienezza. Per cui il “Padre Nostro” è una pienezza di domande. Tuttavia, crescendo sentiamo il bisogno di una relazione più piena, a tutto tondo, fatta anche di lode, di ringraziamento, di adorazione, perché la Persona alla quale ci rapportiamo è Dio».

Quale delle sette domande del “Padre Nostro” la colpisce di più, e perché?
«Mi colpiscono tutte in verità. Però vorrei indicare la prima, quella centrale e l’ultima per dare il senso della pienezza. La prima è perché la prima cosa che Gesù ci insegna a chiedere al Padre è: “Sia santificato il tuo nome”, che forse sarebbe l’ultima che ci verrebbe in mente; e il nome di Dio viene santificato quando nonostante i nostri limiti, le nostre fragilità, i nostri peccati, Dio provvede a fare di noi dei santi. La domanda centrale è: “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”. Il greco “epiousius” San Girolamo preferisce tradurlo con “sopra sostanziale” per indicare l’Eucarestia. Essa è veramente la fonte e il culmine della vita cristiana. La settima domanda è: “Liberaci dal male”, lapidaria e profonda. È la settima domanda, cioè la pienezza delle domande, è quello che chiediamo a Dio come uomini sempre: liberaci dal male! Troppe volte siamo incoscienti del fatto che in questo mondo è in corso una battaglia tra il bene e il male. Ma il male non si sconfigge con delle armi fisiche, bensì con armi spirituali. Tra tutte le armi, l’arma finale è quella che è stata usata da Cristo, la Croce intesa non come tortura, non come sopportazione, ma come offerta amorosa di ciò che viviamo, fosse anche il più terribile dei mali, per fare di questa cosa un evento sacro: sacrum facere, che è la radice di sacrificio».

Quali frutti ha portato la preghiera nella sua vita?
«Fin da ragazzino avevo intuito che la cosa più importante nella vita era imparare a pregare, perché “pregando puoi ottenere tutto” secondo la visione di preghiera di un ragazzo, come vi ho detto prima. Al di là del fatto che ho poi scoperto nella vita tante dimensioni della preghiera che non conoscevo, tuttavia la preghiera rimane l’elemento centrale della vita di un cristiano. Segna la relazione profonda e intima con Dio, il quale con la sua presenza, con la sua Parola che va accolta nella preghiera e con i suoi sacramenti, che in fondo sono insieme le più grandi preghiere e le più forti risposte alla preghiera dell’uomo, plasma la vita dei suoi fedeli dando loro nuovi orizzonti, intuizioni, energie per trasfigurare radicalmente le loro vite e farne un autentico capolavoro. Nella mia vita, e nella vita delle persone che per Grazia di Dio ho accompagnato attraverso il mio ministero, ho visto proprio questo».

Eccellenza, da chi possiamo imparare a pregare?
«Da chi prega, e soprattutto dallo Spirito Santo che è il primo maestro della preghiera. Il luogo per eccellenza per imparare a pregare è la comunità che prega!».

A cura di Carlotta Testa

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